Donati pensa al futuro ma non dimentica il suo passato: “All’Inter posso solo dire grazie”
Dalla Serie B alla Bundesliga passando per un Europeo Under 21 da protagonista ed un esordio da titolare nella prima partita di Champions League contro il Manchester United.
Giulio Donati di momenti difficili nella sua carriera ne ha passati tanti ma dopo la retrocessione in Lega Pro con il Grossetto, la Dea bendata sembra aver ripreso a fare il tifo per lui.
Autore di un grandissimo Europeo con la maglia della Nazionale Under 21 il giovane terzino destro si è ritrovato catapultato dopo appena un mese in una nuova realtà, quella del Bayern Leverkusen, che in estate lo ha acquistato dall’Inter per una cifra di poco superiore ai 3 milioni di euro. Il terzino ha parlato dei primi mesi in Germania e del suo passato nerazzurro in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:
“In Germania il calcio si vive in modo più aperto, se segni non arretri ma continui ad attaccare, si corre sempre, tutto è più spettacolare. Prima di partire ero spaventato, poi mi sono accorto che qui sto benissimo e non vorrei tornare indietro. La lingua? Qualche parola l’ho imparata, però in Germania sono più internazionali di noi. Con l’inglese comunichi con tutti, dal bimbo di 12 anni al 60enne. Qui gli stadi sono sempre strapieni, giochi in casa di una squadra di B in Coppa e ti ritrovi di fronte a 40mila persone”.
Per quanto riguarda il suo passato Donati non ha dimenticato la squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta e ha così parlato dell’Inter e dei giovani del calcio italiano:
“In Italia vedi un tempio come San Siro riempito nemmeno per la metà e ti viene un po’ di tristezza. L’Inter ha fatto delle scelte, puntando su altri. Ma io non posso che ringraziarli, non mi hanno ostacolato. Chi potrei consigliare come giovane? Fossi un direttore sportivo, prenderei subito Fausto Rossi, Bardi e Paloschi”.