EDITORIALE – Cinque squilli di tromba prima di cinque partite fondamentali
Il consueto editoriale del lunedì, tra esaltazioni, pessimismi e prossimo calendarioVincere 5-1 fa sempre bene al cuore del tifoso. Specie se quel cuore è ferito dalla sconfitta patita nello scontro diretto contro la Roma. E no, non fa nulla che la manita arrivi contro una difesa derelitta come quella del Cagliari, la seconda peggiore della Serie A, perché cinque gol restano cinque gol e fanno morale a prescindere. E il Cielo sa quanto ha bisogno di tenere il morale alto quest’Inter, sicuramente diventata molto quadrata grazie a Pioli ma ancora non sempre certa fino in fondo della sua forza e delle sue qualità. Peraltro, riuscire a conservare un buono spirito – no, non nel senso di alcool. Quello sarebbe servito di più a inizio anno – in questo periodo è fondamentale visto quali sono i prossimi cinque appuntamenti che attendono il Biscione.
Cinque sfide cruciali, che ci diranno molto su quello che sarà (o non sarà) il rush finale nerazzurro e, verosimilmente, quale sarà l’obiettivo finale di questa pazza rincorsa piolesca. Atalanta, Torino, Sampdoria, Crotone e Milan attendono la Beneamata e sono cinque avversarie da non sottovalutare in alcun modo. Ovviamente, le due sfide da prendere maggiormente con le pinze sono la prima e l’ultima, con Atalanta e Milan. Prima di tutto perché sono concorrenti direttissime, molto vicine a livello di punti, e poi perché è attraverso gli scontri con rivali più o meno di pari livello (almeno secondo la classifica) che si potrà stabilire fino in fondo quanto vale quest’Inter che, attualmente, ha dimostrato di potersi sbarazzare di ogni avversaria inferiore ma anche di faticare molto con chi le è superiore. Manca appunto un confronto pari, a eccezione di quelli avuti con la Lazio (comunque uno vinto e uno perso, quindi con un bilancio perfettamente livellato), e l’esito finale di questo prossimo mini-ciclo potrebbe anche regalare qualche verdetto semi-definitivo non solo al Biscione ma anche alle dirette concorrenti.
Per affrontare al meglio un filotto di partite, del resto, serve cominciare col piede giusto e la sfida in programma domenica contro l’Atalanta è un’autentica porta inferni visto l’attuale stato di forma degli orobici, capaci di fare venti punti nelle nove gare giocate nel 2017. Va però detto che l’Inter ha fatto persino meglio – 21 punti – e che la partita si giocherà a San Siro, dove – Roma a parte – l’Inter ha sempre vinto da quando è arrivato Pioli.
Gasperini arriva con il desiderio di fare il classico sgambetto dell’ex al Meazza, forte di un ambiente caricato a molla dall’annata eccezionale che sta vivendo e, rispetto ai meneghini, con la mente ovviamente più sgombra da pressioni e ambizioni. L’Atalanta ha già fatto qualcosa da ricordare per anni, in questa stagione, e al mister piemontese resta solo da capire quanto. In altre parole, i bergamaschi non hanno nulla da perdere mentre la Beneamata deve quanto meno provare a raggiungere l’Europa con ogni stilla di energia disponibile (Europa che peraltro può solo essere quella minore se le prime sette continueranno a correre come adesso. E sarebbe comunque un ottimo risultato date le condizioni di partenza di Pioli nonché la competitività dimostrata fin qui dalla Serie A tra secondo e settimo posto).
Un luogo comune del calcio vuole che i tifosi più pessimisti commentino sempre, dopo una goleada, che forse sarebbe stato meglio tenere qualche gol per le partite successive e, effettivamente, per citare Boškov una volta di più, è senza dubbio meglio vincere cinque partite 1-0 che una sola 5-0. Ma al di là delle ovvietà argute e delle lamentatio nefaste che spesso non sono altro che pre-esorcismi, l’Inter capirà di che pasta è fatta sul serio nei prossimi quaranta giorni. Arrivarci dopo cinque squilli di tromba non è il modo peggiore per accostarcisi, dopo tutto.