14 Marzo 2012

EDITORIALE – E ora?

Smaltita la delusione per l’eliminazione di ieri sera, la società nerazzurra si sarà svegliata oggi con la stessa domanda con cui abbiamo intitolato questo editoriale. Più volte è stato rimarcato come la partita di ieri chiuda uno straordinario ciclo durato ben sette anni ma è giunta ora di vedere anche cosa può aprire. Sì, perché l’Inter del futuro si costruisce già da oggi.

UN?OCCASIONE DA SFRUTTARE ? Nell’arco dei centottantaminuti contro i marsigliesi, non poche sono state le scelte non convincenti di Ranieri, inutile però ora stilare la lista degli errori e pertanto volgiamo uno sguardo all’Inter che dovrà essere. Personalmente se fossi Moratti darei ordine all’allenatore di far giocare nelle undici partite restanti tutti i giovani, avere questo buon numero di partite senza la necessità di fare risultato è un?opportunità da dover cogliere. Capire definitivamente se un giocatore come Poli meriti il riscatto, se Faraoni oltre a essere una bella sorpresa può essere un ragazzo su cui puntare stabilmente anche la prossima stagione, far debuttare Juan Jesus in modo da abituarsi da subito al campionato che dovrà affrontare l’anno prossimo, dare con convinzione le chiavi della difesa a Ranocchia, far giocare tanti minuti a Castaignos e lanciare in prima squadra le stelline della primavera come Bessa. Queste le prime opportunità che vengono in mente e sarebbe un grave peccato non sfruttarle dato che a questa stagione nessuno ha più nulla da chiedere. Alcuni pensano che il terzo posto possa essere un obiettivo ma basteranno due vittorie di fila di Lazio o Udinese per spegnere gli ultimi convinti ma non convincenti sostenitori che l’Inter sia ancora in corsa per l’Europa che conta. Largo pertanto ai giovani e ribaltare le attuali incertezze a proprio vantaggio per diventare ancora più forti. Lavorare ora per ciò che sarà, ricordiamo che solo l’Inter può farlo ed è un vantaggio non da poco.

ITALIA E SOLO ITALIA ? L’Inter la prossima stagione sarà esente dagli impegni europei e ciò farà sì che la squadra giocherà solamente in Italia. Duole dirlo ma la Juventus per quanto criticabile si è trovata prima dei nerazzurri a vivere questa brutta situazione e pertanto può servire da esempio di riferimento. Dovendo come detto giocare solo in Italia, i torinesi hanno deciso di investire su gente di categoria a partire da un allenatore giovane e in ascesa che da una vita calca i campi del nostro paese, sia da giocatore che da tecnico. La Juventus ha sapientemente costruito l’attuale positiva stagione acquistando giocatori esperti nel nostro campionato come Lichtsteiner, Pirlo e Vucinic che davano molte più certezze rispetto a giocatori sudamericani tutti da testare in una realtà come quella italiana (vedi Alvarez e Jonathan). Non è un caso poi che degli unici tre acquisti provenienti dall’estero solamente uno ? Vidal ? faccia parte in pianta stabile dei titolari mentre gli altri due o giocano poco (Estigarribia) o si deprimono in tribuna (Elia). L’anno prossimo l’Inter si troverà nella stessa situazione e per questo è preferibile che in panchina prenda un conoscitore del nostro calcio e investa acquistando calciatori abituati a giocare in Serie A piuttosto che ripetere gli errori sudamericani dello scorso mercato estivo. Giocatori come Hernanes, Giuseppe Rossi (che in Italia ci ha giocato e anche bene), Jovetic, Isla e tanti altri ancora devono essere i nomi su cui ripartire con buona pace dei vari Lucas, Ganso & C.

ERRORI DI GIOVENTU? ? Investire sui giovani vuol dire non solo saperli aspettare ma soprattutto educare, aspetto questo in cui le colpe dell’ambiente tecnico e societario sono state numerose negli ultimi anni. Lo spreco sul campo e fuori di puri talenti come Adriano e Santon, la gestione di Balotelli ai tempi nerazzurri e tanti altri esempi sanno di vere e proprie occasioni sprecate nonostante numerose colpe le abbiano anche i giocatori sopracitati. Vedere poi Coutinho fare bene in Spagna fa piacere ma l’interrogativo che si sono posti un po’ tutti è: in Italia permetterebbero al brasiliano di fare un gol come quello di domenica? La risposta è ovviamente no, troppa la differenza tra le difese italiane e quelle iberiche. In estate Coutinho tornerà con alle spalle una belle esperienza ma la consapevolezza di doversi riadattare a una realtà a cui probabilmente si era disabituato e che non concede nulla a uno con la sua struttura fisica. E? sempre meglio mandare in prestito i propri giovani a squadre di Serie A per poter capire meglio se valga la pena puntare su di loro oppure no, su questo non ci piove. Invece i due giovanissimi più promettenti ? Coutinho e Castaignos ? sono stati mandati uno  a mille chilometri da Milano e l’altro a marcire in tribuna, fate vobis. Vedere Jonathan, imbarazzante all’Inter e anonimo al Parma è didascalico poichè almeno dà la consapevolezza che si è trattato di un acquisto sbagliato e da mandare via a giugno. A cosa sarebbe servito mandarlo ad esempio nel Rayo Vallecano con le incognite del ritorno in Italia dimostrando poi che in Serie A effettivamente non può giocare? A voi la risposta.

Tanti gli errori del passato quante altrettanto sono le opportunità del futuro che si profilano già da oggi. Le cose migliori sono sempre quelle più semplici, basterà sapersi guardare intorno e agire con cognizione di causa con la consapevolezza della nuova dimensione che avrà acquisito la squadra. Facile a parole ma meno nei fatti, l’importante è fare tesoro dell’esperienza acquisita. Perché l’esperienza non è come si vuol credere solo una cosa positiva ma anche e soprattutto un nome che identifica i propri errori.