EDITORIALE – Erick Thohir, un uomo deciso
Di Giorgio Crico.
Finalmente. Le dichiarazioni di Erick Thohir di oggi non possono essere state accolte con nessun’altra parola dal tifoso nerazzurro. Una simile decisione, una convinzione netta e puntuale a domande così strette non può essere che accolta positivamente da chi alberga il nerazzurro all’interno del proprio cuore. Dopo anni di signori tentenna, dire e non dire e latitanza di fronte a microfoni e telecamere ecco che il presidente traccia una linea chiara e semplice, imperniata su pochi ma cristallini capisaldi programmatici.
Primo: i giocatori più forti non si vendono. Concetto all’apparenza banale ma mai scontato all’Inter: se si vuole tornare a vincere la rosa dev’essere competitiva e, in questa delicata fase di ricostruzione, cedere gente come Handanovic non ha il benché minimo senso in quanto rimpiazzare un giocatore di quella caratura sarebbe difficilissimo se non impossibile, data l’attuale situazione finanziaria. Discorso simile per Icardi: inutile cedere Maurito se non c’è un’alternativa (e chissà, magari cederlo 23enne tra un paio d’anni dopo due stagioni come bomber di rara efficacia può portare nelle casse di corso Vittorio Emanuele ben più dei 15 o 20 milioni che l’argentino vale al momento).
Secondo: una guida tecnica salda e non in dubbio. Thohir ha capito benissimo che non si può, anche a livello mediatico, lanciare una campagna acquisti senza una certezza granitica in panchina. E dunque ecco la conferma di Mazzarri, urlata ai quattro venti proprio per far capire che un progetto c’è ed è anche in pieno corso d’opera.
Terzo: l’allineamento “morbido” al solco della tradizione e della storia nerazzurra. Dare in prima persona l’annuncio del ritiro (controvoglia per stessa ammissione di Pupi!) della maglietta di Zanetti è stato un colpo da maestro a livello comunicativo. In pratica, Thohir è riuscito in un colpo solo a onorare il capitano per antonomasia degli ultimi tre lustri, togliere un’eredità pesantissima a chiunque ne avrebbe indossato la maglia e “nascosto” l’impossibilità di comprare un degno successore di JZ4 sul mercato. Chapeau.
Si può forse rimpiangere l’aplomb meneghino di Moratti, la sua signorilità e il suo fare paterno con genitori e dirigenti ma, signore e signori, la fermezza del tycoon indonesiano è davvero una piacevole novità alla quale non ci dispiacerebbe abituarci.
Ah, alzi la mano chi l’avrebbe mai detto.