EDITORIALE – Guardare al futuro
Archiviata questa deludente settimana che ha visto l’assurdo capitombolo di Wolfsburg e il quanto meno deludente pari interno col Cesena, al tifoso interista riesce veramente complesso guardare con ottimismo al prosieguo della stagione. Anzi, lo sguardo di ogni nerazzurro è gioco forza orientato già ora alla prossima stagione, uno scenario tristemente comune in queste ultime stagioni: il presente non ha più molto da dire, come infatti succede regolarmente ormai da anni.
Certo, c’è ancora il ritorno coi Lupi di Sassonia così come mancano ancora diverse partite al termine del campionato ma pare ugualmente difficile pensare a una rimonta con i tedeschi e ritenere di poter agguantare un piazzamento europeo per il prossimo anno. Date queste premesse, quindi, l’unica prospettiva attuale del Biscione è concentrare le proprie energie sul migliorare partita dopo partita per poi affrontare con altro piglio la prossima annata dopo aver gettato le giuste basi adesso.
La verità è che sin dall’arrivo di Mancini, per tacere dell’inizio di stagione griffato Mazzarri, l’Inter non ha mai avuto la giusta continuità di risultati per poter pensare di risollevare un’annata che, pensandoci adesso, era forse già stata gettata al vento prima del cambio in panchina. La stessa decisione che ha portato in sella il tecnico jesino è stata da subito orientata più al futuro che non al presente, nonostante i commenti societari e le rassicurazioni di Thohir dell’epoca (d’altra parte, come si poteva dire “Alziamo bandiera bianca per quest’anno; Mancini serve a tornare competitivi dal prossimo anno”? Inoltre la speranza che scattasse un’imprevedibile chimica positiva era legittima e, giustamente, non andava soffocata in partenza).
Adesso, comunque, ci si trova a fare i conti con una stagione compromessa (al netto di miracoli), che probabilmente lo era anche prima del mezzo passo falso col Cesena, almeno per quanto concerne la Serie A, nella quale i giocatori, soprattutto se giovedì dovesse andare secondo le previsioni dei bookmakers, avranno pochissimi stimoli e grandi difficoltà a mantenere la concentrazione (chi si ricorda la fine dell’anno con Stramaccioni alzi la mano). Non è che ci diverta il catastrofismo ma il preoccupante denominatore comune delle ultime uscite pare proprio la testa che i giocatori mettono in campo durante una partita: tanti, tantissimi errori individuali in tutte le fasi di gioco, molti anche piuttosto gravi (cfr. andata col Wolfsburg), che regolarmente costringono la squadra a un surplus di fatica e nervoso per rimettere in carreggiata match improvvisamente in salita. Le rimonte con Napoli e, appunto, Cesena non sono arrivate col gioco ma col cuore e con la grinta, in estemporanee task force collettive resesi necessarie per le disattenzioni e i cali di concentrazione che hanno regolarmente messo in croce le ambizioni interiste.
Insomma, l’unica prospettiva che pare corroborante ai tifosi tutti, adesso, è solo la prospettiva di un ritorno serio alla competitività per il prossimo anno. Sperando che, davvero, da qui a maggio la squadra riesca fino in fondo a mettere l’impegno necessario per avvicinarsi, un passo alla volta, al potenziale che, da agosto, dovrà essere una costante.