EDITORIALE – Imbulì, Imbulà, life goes on, bra!
Settimane di voci, di sussurri, di fughe di notizie, di elucubrazioni e di domande sulla provenienza (solo apparentemente) misteriosa dei fondi per il mercato interista che, dopo Kondogbia, hanno scandalizzato parecchi benpensanti relativamente alla (comunque notevole) cifra spesa per arrivare all’ex Monaco e Siviglia. Poi il buon Imbula non è arrivato e via di “beffe”, “sgarbi” e “sorpassi a sinistra” del caso.
Eppure c’era chi ha detto in tempi non sospetti come stessero le cose e tra questi rientra anche il nostro ottimo Fulvio Santucci – concedetecelo, talvolta vale la pena di sottolineare quanto la preparazione conti in questo mestiere, specialmente quando parecchi addetti ai lavori paiono versare in perenne stato confusionale – che, giorni prima che l’affare saltasse, già spiegava piuttosto bene che tipo di peso potesse avere la corte nerazzurra al fresco ex giocatore dell’OM dopo l’arrivo di Kondogbia, vero obiettivo principale della campagna di rafforzamento della mediana. Ma era anche logico, dopotutto: fin dall’inizio, infatti, è apparso chiaro che tra i due giocatori francesi ci potesse essere una qualche forma di dualismo. In parole povere, chiunque ha pensato almeno una volta, quando i due giocatori erano semplicemente due nomi accostati al Biscione, che sarebbe arrivato uno o l’altro, molto difficilmente entrambi.
Imbula,le cose stanno così: L’Inter lo prende solo a certe condizioni,l’OM lo deve vendere,le parti si rivedono Lunedì. Il resto è fantasia
? Fulvio Santucci (@SantucciFulvio) 27 Giugno 2015
Dal canto suo l’Inter, sistemata la necessità stringente con Kondogbia, ha provato a realizzare il colpaccio prendendo anche Imbula (e solo alle sue condizioni, senza farsi tirare per i capelli. Cosa che, in corso Vittorio Emanuele, ha il sapore della novità se vogliamo), ma la cosa non si è fatta perché il giocatore ha preferito che ad andare in porto – è proprio il caso di dirlo – fosse un’altra possibilità.
Chissà, probabilmente il mediano francese è stato spinto anche dall’Olympique, che ha senza alcun dubbio cercato fino all’ultimo di strappare condizioni di vendita più favorevoli all’Inter senza riuscirci e quindi preferiva una destinazione che pagasse in maniera definitiva e più immediata la cifra richiesta per la transazione.
O forse il buon Giannelli era attratto dalla chance concreta di giocare la Champions.
Oppure ancora Imbula ha fatto due conti e ha notato che per giocare stabilmente nell’attuale Inter avrebbe dovuto combattere non poco per un posto da titolare visto il sovraffollamento del reparto (ricordiamo che a oggi il Biscione dispone di: Brozovi?, Kova?i?, Kuzmanovi?, Guarín, Medel, Kondogbia stesso, Obi e, volendo estremizzare considerandoli centrocampisti puri, Hernanes e Shaqiri. Non proprio poche persone).
O, ancora, al Porto avrebbe guadagnato di più.
Non lo sapremo mai con precisione ma adesso non ha più molta importanza, di sicuro c’è solo che Giannelli Imbula non vestirà il nerazzurro il prossimo anno e che questa non è una notizia di fronte alla quale strapparsi i capelli, così come non è possibile considerarla una “beffa”, uno “sgarbo” e quant’altro. Semplicemente l’Inter non ha mai avuto tra le sue priorità assolute – come invece Kondogbia – il futuro centrocampista del Porto, che era infatti solo uno dei nomi sulla lista. Interessante, fattibile, stuzzicante, magari anche funzionale, ma non era prioritario. Punto. Il resto sono solo ricami.
Ora il mercato non si fermerà qui e Ausilio è, com’è noto, già alla ricerca di un rimpiazzo che occupi quello che doveva essere il posto del mediano transalpino ma non solo: sul menu ci sono anche i soliti terzini e attaccanti esterni, sui quali si sta insistendo fortemente per fornire a Roberto Mancini la squadra più completa possibile in tempo per l’inizio del ritiro. Ambizione tutt’altro che disprezzabile tra l’altro, soprattutto considerando che chi è stato impiegato in Copa América come Murillo e – probabilmente – Miranda, avrà delle vacanze extra che non gli consentiranno di arrivare insieme col resto della rosa, quindi è bene che più giocatori possibili lavorino insieme fin dal primo momento disponibile.
Insomma, la vita continua. Imbula o no.