12 Febbraio 2013

EDITORIALE – Iniziare la giornata con un sorriso

Di Aldo Macchi.

E’ sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti. Non tutti capiscono questa sensazione di appagamento, molti ritengono il dedicarsi anima e corpo ad una passione una scelta di comodo, fatta da persone che hanno una profondità poco più accentuata di una pozzanghera. Io non so descrivere con paroloni quel che vivo, non sono uno di quegli acculturati che puntano il dito verso chi ama il calcio, ma quando vedo il sole illuminare quel campo, i problemi di tutta la settimana si azzerano e vivono colori nuovi. Lo speaker infiamma il mio petto di abbonato di una vita: quanti ne ho visti calcare quel campo, quanti bidoni, ma anche qualche campione. Ieri tutto è andato come dovrebbe sempre andare, abbiamo vinto, gli spalti vibravano perchè il bomber è tornato a fare il campione. Applausi, scroscianti e convinti, ma gli è andata bene: ancora una volta la difesa sembrava quella di mio figlio all’oratorio, ci segnano anche quelli di terza categoria. Ma ora posso entrare al bar a testa alta, prima di parlare con me oggi si devono sciacquare la bocca.

E’ sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti. Gli striscioni dei tifosi iniziavano a fare l’ennesima tabula rasa di tutto il lavoro fatto. Forse avevano ragione i romani “Panem et circensem”, non esiste cultura, esiste il divertimento. I sacrifici stanno a zero, basta che si vinca ad ogni costo. Quanti bocconi amari, far quadrare le fila di uno spogliatoio è sempre un compito delicato. Ho sempre creduto nel lavoro settimanale, ma a volte il sudore non basta, servono equilibri, fragili quanto i muscoli di chi è anni che non conosce pause. Poi ci sono quelli che preferiscono la brillantezza di un diamante a quella del sole sulle fronti sudate a fine allenamento. Guai a chi li tocca, il talento non si discute, tutto passa in secondo piano. Ma nessuno mi ha obbligato ad essere allenatore: arguti gli inglesi, lo chiamano “Mister”, con la M maiuscola, l’Uomo tra gli uomini, la guida, l’esempio, o almeno quello che deve metterci la faccia. Perchè quello che rischia il posto quando le cose vanno male sei tu. Ma è bello sentire la fiducia di un ambiente, perchè se i fischi vengono dagli spalti, le spinte arrivano dallo spogliatoio e questo è ciò che mi ha sempre spinto ad andare avanti. Preferisco 20.000 fischi e 22 applausi dallo spogliatoio che essere osannato dalle folle con i miei giocatori che mi si rivoltano contro. Ora questa vittoria dona ossigeno, la pressione ci deve rendere forti, non avremo i grandi nomi, ma un gruppo unito è più forte di un leader spacca squadre, presto lo dimostreremo.

E’ sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti. Ero stufo di vivere la mia squadra da casa o dagli spalti, quanto ho sofferto per questo infortunio, ma dovevo lottare, lo dovevo per me, per i tifosi, per i miei figli che hanno sempre creduto che il loro papà fosse più forte di tutto e tutti. L’età avanza, il mio corpo reagisce sempre peggio agli infortuni ma anche questa volta ho vinto io. Quando il mister si è voltato verso di me per dirmi che potevo riassaggiare il campo non volevo crederci. Il riscaldamento era quasi inutile, ero più sudato in quel momento che dopo 90′ da titolare. Tre saltelli, qualche movimento di allungamento, l’abbraccio con chi ha lottato in questo tempo per difendere questa maglia e via: è tornato il mio momento, avversari attenti a voi, anche se con qualche capello bianco in più il piede è ancora molto affamato, palla o gamba poco importa, a centrocampo non si passa. Ho vinto la mia battaglia e la squadra ha vinto la sua! Ora dovremo trovare il ritmo giusto per cavalcare senza soste verso la meta, perchè è tempo di tornare a sollevare qualche trofeo!

E’ sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti. Forse è proprio l’esperienza ad avermi reso più forte, migliore non lo so, ma sicuramente più equilibrato. Solo qualche anno fa avrei già ribaltato tutto, l’età mi ha portato più raziocinio. Certo arrivavano meno insulti dai tifosi, ma questo è normale, ragionavo come loro, cambiavo allenatori come camicie e ogni anno 10 titolari su 11. Ma non si può sempre fare così, non può essere tutto o bianco o nero, soprattutto ora dove i soldi scarseggiano e con pochi colori si deve essere bravi a tirare fuori una nutrita tavolozza ricca di sfumature il più adatte possibili. Ma l’ingrediente segreto è la fiducia, le vittorie arriveranno, credo nell’operato delle persone a cui ho dato la mia fiducia. Hanno dimostrato di sapere il fatto loro, certo alcuni scivoloni hanno risvegliato in me qualche idea rivoluzionaria ma forse è venuto il momento di aiutare chi ci mette la faccia, facendo altrettanto e catalizzando su altro i riflettori per donare serenità all’ambiente.

E’ sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti. Quella emozione che ancora una volta non abbiamo provato noi perchè loro sono stati più bravi, perchè a noi non ne va dritta una. Ci sono domeniche che tutto va storto, che quel pallone non vuole entrare, che dagli spalti per quanti cori arrivino tu riesci a sentire solo i fischi, la porta si fa sempre più piccola e il pallone sempre più pesante. La chiamano crisi, li chiamano acquisti sbagliati, dirigenti incompetenti o squadra inadeguata, devono distruggere perchè si vende di più a distruggere che ad analizzare. Si punta il dito perchè è più facile che immergersi, che ne sanno loro. Oggi è così ma se settimana prossima a vincere saremo noi, tutto verrà cancellato come una macchia di fango da un muro: basta una spugna. Ma non è solo quello, il pallone scorre, è rotondo, prima o poi girerà, quella spugna si impregnerà del nostro sudore e con fatica staccheremo quel fango che ormai è secco, perchè nessuno può abbattere un muro solo per una macchia ma nemmeno fingere che sia lì per abbellire il tutto.

Il calcio è molto di più che un semplice sport, una partita è più di un risultato e una vittoria non è mai solo una vittoria. Perchè è sempre bello iniziare una giornata con il sorriso, quella sensazione che solo una sana vittoria dopo un brutto periodo può darti, ma non sempre è il risultato di una gara a darti la vittoria, a volte può bastare la consapevolezza dei propri mezzi, possono nascere spunti per riflettere e ripartire, perchè nelle mille facce di un giorno dopo la domenica di pallone ci sono termini come fiducia, fatica, raziocinio, gioia e catarsi, sono la forza dello sport, l’energia di una vita che chiede solo di essere vissuta, anche attraverso quello che in molti definiscono solo un semplice divertimento.