EDITORIALE – It’s raduno time, once again
Torna l'editoriale del lunedì per tutti voi, affezionatissimi. Guarda un po' proprio in concomitanza con il primo giorno del raduno estivo...Si può osare un filo di sano ottimismo? È il 9 luglio, il primo giorno del nuovo raduno estivo della prima stagione in cui si gioca la Champions League dopo tempo immemore, la campagna di rafforzamento è a buon punto – per non dire quasi finita – ed è arrivato uno dei migliori centrocampisti della Serie A. Cosa può andare storto?
La risposta ovvia è: così tante cose che non puoi nemmeno averne idea, qui si sta parlando dell’Inter, naturalmente. Se si fosse voluta una vita tranquilla, toccava andare a tifare Bayern Monaco, Real Madrid o Juventus. E in effetti, francamente, non si fa fatica a immaginare Giorgio Muggiani – tra i 44 fondatori del club nonché pittore che scelse i nuovi colori da indossare sulle casacche – che, a colloquio con il Fato di nero vestito, è chiamato a scegliere per la squadra tra due opzioni di destino diverse, un po’ tipo l’Achille omerico. Da un lato, un avvenire fatto di innumerevoli vittorie, una personalità talvolta insipida, l’odio imperituro degli avversari; dall’altro non troppi momenti esaltanti che portano a trofei epici e che si contrappongono ad abissi di mediocrità clamorosi. E questi momenti bui vengono tendenzialmente sempre puntellati da vari psicodrammi in cui tutto va a carte quarantotto in un momento chiaramente individuabile dopo l’ovvia aspettativa/speranza.
Tuttavia, per quanto questo particolare aspetto piuttosto tetro della narrativa nerazzurra – quasi sempre temperato da un alone romantico chiamato a spezzarne un po’ la monotonia depressiva – abbia monopolizzato gran parte delle storie interiste degli ultimi… venticinque anni (?), non è oggi quel che ci interessa (e qui si spera sempre che questa immagine così lirica venga cambiata con una un po’ più solida e vincente, magari. Si spera, per carità). Oggi è molto più interessante focalizzarsi sul presente e il presente è estremamente incoraggiante: non si può non essere positivi guardando agli innesti già fatti e al fatto che quasi tutti gli assi portanti della squadra di Spalletti sono già a disposizione dell’uomo di Certaldo al giorno 1 del ritiro (che è oggi).
E, in tutto ciò, c’è addirittura la possibilità che il meglio debba ancora venire perché il Biscione non ha ancora portato a termine nessuna cessione di alcun esubero della prima squadra. L’aspetto interessante della faccenda è che se si riuscissero a potare (magari non tutti ma) una buona parte dei rami secchi attualmente in squadra, si potrebbe forse anche sognare un colpetto in più. Che poi questo sia Dembélé, il ritorno di Rafinha o Malcom al momento non è rilevante per il nostro discorso. Quel che, a confronto con quanto successo negli ultimi anni, oggi pare davvero fantascientifico è che l’allenatore possa già disporre dello scheletro della sua squadra e possa già disporre dei due innesti più rilevanti – per gentile concessione della nazionale olandese di de Vrij, che ha deciso di risparmiarsi la fatica di giocare i Mondiali, e per un favore quasi personale di Roberto Martínez che, a quanto pare, non gradisce la responsabilità della gestione di Nainggolan.
Avere già quasi tutti i titolari a disposizione il primo giorno di ritiro in un anno Mondiale che, guarda un po’, coincide con quella che sarà una rentrée in Champions graditissima ma per niente facile è già un piccolo (ma indicativo) successo dell’annata nerazzurra 2018/2019. E l’aspetto francamente incredibile è che tutto ciò può persino migliorare.
Dunque buon viaggio, ciurma: oggi ricominciate la navigazione e vi toccare solcare le acque alte d’Europa. Godetevela ma siate consapevoli che, stavolta, non c’è alibi ambientale, logistico od organizzativo che tenga: il varo è stato perfetto, da adesso in poi sta tutto all’equipaggio.