EDITORIALE – La prima vittoria di de Boer
Il consueto editoriale del lunedì sera. Stavolta su de Boer e l'importanza di osarePescara-Inter è stata la prima vittoria di de Boer. E non solo nel senso statistico della frase, anzi. Quel “di” è soprattutto un genitivo, un’attribuzione di possesso pieno perché il mister ha saputo portare a casa i tre punti con una sola mossa (che ne comprendeva almeno un’altra, per la verità). La tripla sostituzione dei vari Palacio, Jovetić ed Éder non è altro che questo, infatti: un artificio ai limiti del pensabile che spariglia talmente tanto le carte in tavola da riuscire a stravolgere l’inerzia di una partita.
Di tattico poco, giusto l’arretramento di Banega – comunque fondamentale. Per il resto, un semplice ma brillante segnale alla squadra: “non abbiamo più niente da perdere, questi dieci minuti attacchiamo a tamburo”. Peraltro va notato che i tre succitati siano tre punte vere, verissime, non delle ali offensive o delle mezze punte. Il rischio enorme che s’è preso de Boer è stato reale, prendere il 2-0 in contropiede e diventare un pirla acclarato era lì dietro l’angolo ma – oltre al coraggio ai limiti della temerarietà – a de Boer va anche riconosciuto di aver saputo incanalare nella direzione giusta un necessario fattore C (che serviva come il pane). Quindi un caso di fortuna che effettivamente aiuta l’audace.
Certo, pensando alle caratteristiche del tecnico oranje e alla sua ricerca tattica, ci si aspetterebbe di più rispetto a una mossa della disperazione in stile Football Manager (per quanto anche Mourinho sia solito fare cose simili). Al contrario – però – si potrebbe dire che, quando è necessario, de Boer ha sufficiente senso pratico da lasciar perdere alchimie spazio-pallone oscure e badare al sodo facendo il necessario.
Inutile perdersi in vorticose riflessioni (onanismo mentale) sulla tattica adesso, il vecchio Frank lo sa perfettamente e ha fatto una mossa quasi eccessiva che però gli ha pagato i dividendi sperati, prendendosi i tre punti che voleva a tutti i costi, completando la missione.
La tattica, speriamo, verrà. Ma stavolta era più importante vincere.