EDITORIALE – La sconfitta perfetta
Di Giorgio Crico.
Se l’Inter fosse una squadra normale, dopo la partita di ieri, non ci sarebbe molto di cui disperarsi. Una prestazione maiuscola, un secondo tempo da urlo e il classico golletto su disattenzione al 90′ che ha l’amaro sapere di una beffa perché non lo si meritava assolutamente. Una squadra normale monterebbe in collera e, giovedì sera, spezzerebbe le reni all’Udinese senza se e senza ma reagendo con una prova di egual forza, per dimostrare che con l’Atalanta c’è stata solo sfortuna.
Una squadra normale.
L’aporia di questo assioma risiede nel fatto che l’Inter non è una squadra normale, anzi. La compagine nerazzurra, che ha faticato molto nell’ultimo mese e mezzo per ritrovare quell’autostima necessaria per esprimersi sui livelli delle ultime tre o quattro uscite, potrebbe risentire psicologicamente in maniera negativa allo scherzetto di Bonaventura di ieri sera. Non sarebbe la prima volta e non sarebbe nemmeno ingiustificato: tanti sforzi, una dominazione senza soluzioni di continuità nel secondo tempo e poi la sconfitta; non sarebbe affatto incomprensibile, va sottolineato. Così come non sarebbe per niente inedito: l’Inter, nei suoi anni meno positivi, ha sempre più o meno pagato accadimenti del genere e la tifoseria lo sa bene.
Tuttavia, alla luce della beffa propinata dalla Dea, i tre punti contro l’Udinese appaiono già di capitale importanza: per lasciarsi alle spalle l’irridente risultato di ieri non ci sarebbe cura migliore che cogliere un bottino pieno contro i ragazzi di Guidolin, spesso e volentieri bestia nera dei nerazzurri tanto quanto l’Atalanta di Colantuono nonché già giustizieri della Beneamata nella Coppa Italia di quest’anno.
Ma non solo la vittoria sarebbe un balsamo per l’orgoglio ferito del Biscione: un’affermazione netta con tanto di bel gioco sarebbe ulteriormente preferibile a un semplice risultato che garantisce i tre punti e qui sta la prova di maturità. Se infatti Mazzarri riuscisse a “riconfigurare” la mentalità dei suoi affinché possano produrre di nuovo una partita di alto livello come quella mostrata con l’Atalanta e a corroborarla con la vittoria allora la sua Inter potrebbe vantare un serissimo salto di qualità mentale, conditio necessaria sulla quale costruire anche la compagine nerazzurra che verrà il prossimo anno.
Visto infatti il complicato rush finale che aspetta il club nella sua corsa al quarto posto o più semplicemente all’Europa, visto anche il nugolo di formazioni immediatamente dietro in classifica, non è il momento giusto per perdersi in un bicchiere d’acqua e dunque l’allenatore nerazzurro è chiamato a rivitalizzare immediatamente un gruppo (immaginiamo) fiaccato nello spirito ma che deve ritrovarsi entro un paio di giorni.
Perché una bella vittoria contro l’Udinese sarebbe il modo migliore, forse l’unico davvero efficace, per poi riproiettarsi con rinnovato vigore sulle ultime e decisive gare di questa Serie A ma, soprattutto, un’altra fondamentale tappa nel cammino nerazzurro per tornare a essere la grande squadra che l’Inter non può esimersi dall’incarnare.