EDITORIALE – Il colpo da non sbagliare
Il consueto editoriale del lunedì oggi si sposta a un inconsueto martedì ma è comunque presente per non deludere i suoi affezionatissimi. Si poteva non discorrere del problema relativo all'eventuale rinforzo di gennaio? Chi mai dovrebbe essere?Ah, Rafinha. Ah, Lisandro López. Ah, Schürrle. Ah, Sturridge. Ah, Mkhitaryan. Ah, Ramires. Ah, Trent Sainsbury. Oh, ma voo ricordate Trent Sainsbury?
Pazzesco come passa il tempo. Ed è pazzesca anche la carrellata di nomi – veri o presunti, chi lo sa – accostati al mercato dell’Inter nonostante Spalletti stesso abbia detto che non c’è una lira. Anche se, in verità, pur nell’indigenza, il famoso difensore centrale che serviva per forza è arrivato (e nel dubbio che non sia stato ancora fatto qualcuno avvisi la signora Spalletti, per cortesia), grazie alla bontà d’animo di un Benfica probabilmente non dimentico del prestito regalato o quasi di Gabidon, ehm, Gabigol della scorsa estate. Ciò nonostante, si guarda a questa finestra invernale di calciomercato come nemmeno gli ebrei dispersi da quarant’anni nel deserto del Sinai guardavano Giosuè nell’attesa di entrare nella terra di Canaan.
Forse il paragone può sembrare un po’ azzardato ma chi segue con attenzione le vicissitudini nerazzurre sa che invece è perfettamente calzante nonché esattamente proporzionato: pur sapendo che non ci sono risorse per comprare un battaglione di terzini, un paio di punte, una squadriglia di mezzali e un tris di mediani, tutti (tifosi, addetti ai lavori, curiosi e sfaccendati vari) paiono aspettarsi chissà che. E la cosa meravigliosa, in tutto ciò, è che è un puro atto di fede: non c’è assolutamente niente che lasci presagire alcun tipo di scossa tellurica nel mercato nerazzurro. Piutost che no, come si dice a Milano, in diversi si aspettano che Ausilio e soci – armati di carriola, presumibilmente – passino per tutta Europa a caricar su tutti i giocatori più o meno talentuosi attualmente mezzi rotti ma desiderosi di andare ai Mondiali che ci sono in giro. Mezzi rotti così costano poco, ovviamente, visto che quelli che costicchiano, costano o costano tanto sono tutti ugualmente molto fuori portata.
Il punto, però, è che Ausilio e i suoi non devono farsi prendere dall’horror vacui: rischio che a gennaio c’è sempre, mese in cui il confine tra sòla e genio (immaginatelo detto da René Ferretti) è già abbastanza sottile di suo, ma che nella attuale situazione del Biscione sembra addirittura potersi acuire a causa di tutti i problemi emersi – anche in maniera un po’ troppo accentuata – dopo l’infilata degli ultimi, deludenti risultati di campionato e Coppa Italia. Non solo. Riscoprire di avere la coperta cortissima (che di suo è già una criticità, appunto) ha anche riportato in auge la questione dell’incompletezza della rosa: tra il trequartista che non è mai arrivato, l’assenza di ricambi credibili per Candreva, Perišić e Icardi, un centrocampista tecnicamente abile che sappia aiutare i difensori a rompere le linee di pressing avversarie e chi più ne ha più ne metta, pare che adesso avere gli uomini contati sia un problema da risolvere subito (anche se la versione ufficiale resta quella della squadra difficile da migliorare). Tutto, insomma, fa sembrare che l’Inter voglia garantirsi almeno un altro rinforzo per corroborare il lavoro di Spalletti e il DS parrebbe essere al lavoro anche per questo.
Come si diceva, però, visto che i gettoni da mettere sul piatto sono pochissimi, va scelto con estrema accuratezza il profilo da selezionare e su cui puntare tutto perché a questo giro la qualità non può essere surrogata con una grandissima quantità. Sapendo che le ristrettezze impongono di guardare quasi esclusivamente la merce in saldo a prezzi stracciati, il compito della squadra mercato diventa ancora più difficile anche se, paradossalmente, i nomi che si fanno sui giornali sono inspiegabilmente numerosissimi e di moltissimi la logica dice che sono completamente al di fuori della portata della Beneamata, salvo miracoli. Tutto ciò genera un rumore di fondo che non aiuta gli operatori del settore.
Gli unici criteri da valutare, in questo momento, costo molto basso a parte che, come detto, è il presupposto base, sono la velocità di inserimento nel contesto Inter e l’affidabilità nel breve/medio termine. Per il resto, non ci sono nomi, curriculum, esperienze pregresse, trofei vinti, tifo infantile o chissà che altro che tengano: il nuovo arrivato dovrà essere funzionale alle idee di Spalletti nonché in grado di deambulare autonomamente fin da subito. Già sarà un colpo provvisorio al 99%, che perlomeno si regga in piedi. Se anche il Biscione dovesse prendere Messi reincarnato, se non dovesse essere in grado di giocare prima del 20 aprile non servirebbe a molto.
Adesso la società non è nelle condizioni di investire ciò che servirebbe per dare seriamente una mano a Spalletti e al gruppo per ordine a raggiungere il quarto posto, quindi sta al dipartimento sportivo estrarre il coniglio dal cilindro. Per quanto l’obiettivo sia arduo, però, l’acquisto di gennaio che sarà è una freccia che non si può sprecare, pena la sconfitta in questa sfibrante lotta al quarto posto. L’Inter non se lo può permettere.
L’ARRIVO DI LISANDRO LÓPEZ A MILANO!