EDITORIALE – Mal di pancia vari ed eventuali
L'editoriale del lunedì. Di mal di pancia vari ed eventuali, tendenzialmente mancinianiUna settimana fa eravamo qua a dissertare del caso Icardi e di come la consorte del puntero argentino stesse goffamente cercando di far presente all’Inter che lei e il suo assistito-consorte avrebbero tanto gradito un ritocchino all’ingaggio (peraltro oggi la nostra inimitabile Wanda se ne è uscita che vorrebbe solo un aumento dello stipendio senza nemmeno prolungare il contratto. Mah). Un ulteriore commento della vicenda sarebbe più che superfluo e dunque tocca affrontare l’altro argomento caldo dell’ultima settimana: il mal di pancia di Roberto Mancini.
Hanno scritto di tutto e di più su questo tema, chiunque ha detto la sua e i social hanno come al solito fatto da gigantesca cassa di risonanza alla notizia. Sostanzialmente, il succo è che al Mancio non è andato a genio il suo ridimensionamento in sede di scelte di mercato perché, a quanto pare, la nuova proprietà cinese preferisce dettare essa stessa le linee guida delle strategie da mettere in atto. Così facendo, il parere del tecnico sarebbe tenuto molto meno in conto di quanto non sia successo negli ultimi venti mesi circa e dunque i giocatori che vorrebbe lui non sono più considerati obiettivi prioritari.
Per ora non ci sono prove sufficienti della veridicità di quest’ipotesi perché all’Inter, al di là di Banega, Erkin e pochissimo altro (comunque mosse pianificate ancora dalla vecchia società), finora non è arrivato nessun profilo che possa far intuire se gli obiettivi di mercato li sceglie ancora l’allenatore o la dirigenza cinese (o, ancora, Ausilio. Ma è un’ipotesi remota).
Quel che è certo è che Mancini non è apparso particolarmente rilassato le volte che è apparso di fronte ai microfoni durante il ritiro e anche le sue dichiarazioni delle ultime settimane hanno restituito l’immagine di un mister genericamente poco disposto a dispensare sorrisi e più orientato alla polemica.
Probabilmente qualche attrito c’è ma non è da escludere che si tratti semplicemente di qualche incomprensione dovuta al caos che inevitabilmente investe una realtà come l’Inter nel momento in cui si cambia proprietà: non stiamo parlando di un cambiamento piccolo, del resto. A ogni modo, il Mancio è serenamente arrivato negli USA insieme a tutta la squadra e, probabilmente, riuscirà a sopravvivere alla nostalgia per Yaya Touré, secondo molti il nodo principale attorno al quale s’è creato il clima di tensione tra il mister jesino e la società nerazzurra.