EDITORIALE – Mazzarri il cocciuto
di Giorgio Crico.
Walter Mazzarri ha tanti pregi ed è un ottimo allenatore ma in mezzo alle molte doti positive ha anche un limite che ultimamente si sta palesando particolarmente anche in quel di Milano. Tuttavia, se si chiede ai tifosi del Napoli, non si può dire che sia proprio una novità. Il mister di San Vincenzo, infatti, è notoriamente testardo, nel bene e nel male.
Questa cocciutaggine nell’approccio alle cose tecniche gli viene probabilmente dall’abitudine al duro lavoro settimanale e al continuo provare e riprovare schemi e disposizioni tattiche in allenamento: coloro che egli vede più addentro al suo credo e più sostenuti da una buona condizione atletica giocano. Punto. Una filosofia chiara, semplice e lineare. Un pensiero giusto per l’Inter attuale?
Intanto, comunque, tutto questo si evince dalle sue tipiche dichiarazioni post partita relative ai cambi che effettua a partita in corso e alle scelte sulla formazione titolare. I suoi continui rimandi al fatto che alcuni membri della rosa non hanno i 90′ nelle gambe sono infatti diventati un ritornello più o meno continuo tanto nella sala stampa di San Siro quanto nelle dichiarazioni in televisione: tra domande su Icardi, Milito, D’Ambrosio e Botta, questa constatazione del mister nerazzurro ha sempre riecheggiato un po’ dovunque, quasi come fosse un mantra benaugurante. E se invece la ragione del loro scarso impiego fosse che il tecnico non vede ancora questi giocatori abbastanza padroni del suo gioco più che deboli atleticamente (tranne che nel caso di Milito, evidentemente fuori condizione)?
Il punto, però, è un altro: ha ragione WM a insistere sempre e comunque sulle sue ferree motivazioni? In realtà la risposta definitiva si avrà solo a maggio, come pare che la dirigenza abbia già intuito, riservandosi il diritto di riflettere sulla guida tecnica della squadra a campionato concluso. Sia sempre chiaro: Mazzarri, col materiale umano a disposizione, sta facendo il massimo possibile. Però è anche palese che, forse, qualche rigidità in meno del tecnico toscano sulla scelta degli uomini avrebbe potuto portare dei benefici alla sua Inter (anche se la controprova, ovviamente, non ci sarà mai).
Per esempio Icardi e Milito: con il giovane numero 9 in queste condizioni fisiche, non perfette per 90′ ma già straripanti, perché non proporre lui dall’inizio e il Principe solo a partita in corso invertendo l’abituale staffetta degli ultimi tempi? Oppure: visto il non proprio trascendentale Kuzmanovic in cabina di regia, perché non provare Taider (se non addirittura Kovacic) in quella posizione? O ancora, perché Botta non gioca mai più di 15′ o 20′? Misteri un po’ per chiunque tranne che per Il Mago Walter che invece, tenacemente, prosegue dritto per la sua strada.
Chissà che però qualcosa non cambi già dal prossimo futuro: un po’ come il Moratti prima maniera, Erick Thohir ha già eletto qualcuno dei giocatori come suo pupillo e ha più o meno dichiarato esplicitamente che vorrebbe vedere in campo più spesso proprio questi suoi beniamini. Magari Mazzarri potrebbe raccogliere il suggerimento presidenziale come anche non farlo, chi lo sa.
Quel che è certo è che i conti si faranno alla fine. E allora vedremo: potrebbe anche essere che, come direbbe lo stesso allenatore nerazzurro, si debba tornare tutti a Canossa e fare mea culpa per non aver compreso che WM aveva ragione.
E, francamente, ce lo auguriamo un po’ tutti, anche i più critici con l’allenatore toscano. No?