EDITORIALE – Meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Di Aldo Macchi.
Dilemma morale a sfondo economico, questa è la situazione del mercato nerazzurro, chiamato a fare di necessità virtù, inventandosi fondi dove liquidità non c’è, tornando allo stato brado del commercio, riducendosi a qualcosa di molto simile al baratto. Questa è la situazione, senza girarci troppo intorno. Da una parte una squadra con la necessità di tornare tale, un nuovo tecnico, l’obiettivo di tornare subito a lottare per lo scudetto. Dall’altra un portafoglio che definire vuoto sarebbe già positivo perchè in realtà è zeppo di debiti da pagare che non hanno intenzione di aumentare. Ci si guarda intorno e le scelte sono due: sacrificare i pezzi pregiati del gruppo a disposizione, valorizzare col mercato e non in squadra i giovani che hanno reso il vivaio interista il migliore d’Europa negli ultimi anni.
TOP PLAYER – Della stagione appena conclusa sono pochi i giocatori a salvarsi, su tutti forse Handanovic, Ranocchia e Guarin, i tre pezzi del mercato in uscita di questa sessione estiva. Non ci sono certezze, ma sicuramente trattative. Le bandiere sono ormai state riposte nei cassetti, coccoliamoci il più possibile gente come Zanetti, con la consapevolezza che è figlio di un altro calcio, di un altro sport. Ora la necessità di pareggiare il bilancio è la priorità e per questo vedere giocatori arrivare al termine del primo contratto sarà già considerato un evento raro. Il sacrificio di questi giocatori permetterebbe senza dubbio di ottenere una quantità di liquidi fondamentale per un mercato che però diventerebbe di quantità più che di qualità perchè oltre ai giocatori già da comprare servirebbero per sostituire i partenti. A meno che non si decida di dare fiducia ai giovani del vivaio, offrendogli così un’annata da protagonisti, ma con la consapevolezza che la crescita e non la vittoria saranno gli obiettivi dell’Inter 2013/14.
VIVAIO – L’alternativa è quella di monetizzare con le cessioni, e non con i prestiti, o meglio con comproprietà, dei giovani che hanno festeggiato con la maglia della primavera o degli allievi in questi anni dove la prima squadra non ha calcato i palcoscenici dei vincenti. La difesa Under 21 della nazionale tutta nerazzurra fa molto gola a tifosi, società e concorrenza. Inutile negare che, come abbiamo scritto oggi, il valore totale di questi ragazzi rappresenta un forte tesoretto, ma anche un sacrificio immediato di qualcosa che potrebbe fruttare molto di più fra un anno. Cedere loro vorrebbe dire salvaguardare i talenti affermati della rosa e accompagnarli con altri nomi di spicco, rischiando però di invecchiare la rosa e rimandare il problema ancora di qualche anno.
PROGETTO – Ma in tutto questo c’è un punto chiave da chiarire. Abbiamo infatti visto quali sono i dubbi, i pro e i contro di ogni strategia di mercato possibile, ma una cosa ancora non è stata determinata. Ciò che tutti i tifosi, ma anche l’allenatore, vogliono capire è se il progetto tanto decantato dalla società, è legato ai nomi dei giocatori o alla loro funzionalità al progetto. Quella che è apparentemente una sfumatura assume infatti un significato importante da determinare, ora come non mai. Perchè se ciò che si insegue è il giocatore, allora ha senso poter parlare di squadra, di valore del singolo, di importanza di essere al centro del progetto. Uno stimolo per tutti, giocatori compresi. Ma se invece il discorso va alla funzionalità al progetto, come spesso si è sentito dire, allora la ricerca è effettuata solo al ruolo che quel giocatore ricopre. Di colpo non importerà particolarmente chi sia il giocatore in questione, ma che possa ricoprire quel ruolo, lo schema diventa più importante degli uomini. Il progetto diventa teorico più che pratico, procedendo per tentativi ogni anno nella speranza di trovare l’amalgama giusta.
Dopo questa analisi le preoccupazioni sono tante, soprattutto riguardando gli ultimi mercati fatti di tanti nomi, meteore, e sacrifici illustri per favorire ulteriori arrivi fatti a tentativi. Mazzarri ha già fatto capire che vuole conoscere prima gli uomini, poi decidere cosa serve a questo gruppo per diventare una squadra. Si parla di nomi, di richieste fatte dall’allenatore, ma per accontentarlo bisogna capire quali saranno le esigenze e le scelte della società. Se fare una squadra di uomini o di funzioni, di giovani in prospettiva o di campioni affermati. Insomma, se vuole un uovo oggi o una gallina domani, nella speranza che non finisca tutto come la solita frittata degli ultimi anni.