EDITORIALE – Non solo, ma anche Milito
Di Aldo Macchi
Siamo entrati nella settimana che porterà ad Inter Juventus, il derby d’Italia, per usare un gergo d’altri tempi, dato che solo la squadra nerazzurra non ha mai conosciuto i campionati differenti alla serie A. Malgrado questo il clima è quello di un vero e proprio derby, come testimonia la grande affluenza allo stadio, nonostante l’orario non proprio comodo per i molti tifosi impegnati al lavoro, prevista sabato (leggi qui). L’entusiasmo intorno alla squadra di Walter Mazzarri è elevata, forse fin troppo, come testimonia la grande attesa anche per il rientro di Milito, intorno al quale è doveroso procedere con molta calma
MILITO VERO – In molti attendono il ritorno sui campi di Diego Milito, il giocatore che potrebbe essere il top player nell’undici di Mazzarri, ancora una volta chiamato ad essere il terminale offensivo e letale dell’area di rigore. Ma non va dimenticato il delicato recupero dal suo infortunio che già su un giocatore giovane potrebbe limitarne e non poco il rendimento e che su un talento ormai verso la fine della sua carriera potrebbe minarne seriamente la resa. Il Principe è un giocatore che necessita di un certo tipo di preparazione per poter rendere al meglio e non dimentichiamo che negli ultimi due anni ha sempre dato il meglio di sè a stagione in corso. Un suo schieramento da titolare contro la Juventus potrebbe essere un vero azzardo, una mossa ad effetto, che però potrebbe essere quello del boomerang, a causa delle grandi aspettative del popolo nerazzurro intorno al magico numero 22.
SAMUEL – Discorso in un certo senso analogo per Samuel che non può essere idealizzato e ricordato solo come il muro, bensì va adattato alla realtà odierna che lo vede molto fragile fisicamente e con una avversaria che fa della velocità il suo punto di forza. Per questo motivo, una difesa ancora immacolata, sarebbe da preservare, permettendo al muro argentino di misurarsi con avversari meno spigolosi, come potranno essere gli attaccanti del Sassuolo la settimana successiva. Mazzarri non è uno sprovveduto e questi aspetti li conosce alla perfezione, l’importante è che anche il popolo nerazzurro sia consapevole di quella che è l’esigenza di una quadratura di insieme che deve prevalere sui sogni e dolci ricordi.
I SENATORI – In questo senso il discorso si può ampliare a largo raggio a tutta la stagione, dove i giocatori più esperti non dovranno essere considerati un perno imprescindibile del gioco, ma una leva per il futuro. Non si potrà infatti chiedere a Milito di essere il trascinatore di una squadra che ha in rosa due giovani attaccanti che vogliono attingere dal bomber argentino tutti i trucchi per essere i degni successori. Lo stesso Cambiasso, non infortunato ma comunque fino ad ora poco convincente, potrebbe essere il primo sacrificato nella formazione anti Juventus, a vantaggio di un più dinamico assetto formato da Taider, Guarin e Kovacic, a patto che quest’ultimo sia pienamente recuperato e pronto a tenere i ritmi di gioco richiesti dall’allenatore. I più esperti saranno dunque il valore aggiunto di questa squadra e non l’unica possibilità per ottenere risultati soddisfacenti.
ADDIO TRIPLETE – Questo discorso non va a ledere la qualità di una squadra che non sta facendo dei nomi dei singoli il suo punto di forza, bensì del collettivo e della forza del gruppo. La vera sfida sarà dunque su questo aspetto, la gara contro la Juventus dimostrerà se, a sole tre giornate dall’inizio, il giovane gruppo di Mazzarri, forte della coesione del suo gioco, può già mettere in difficoltà la rodata e rinforzata Juventus. Non si parla di firmare per un pareggio, e nemmeno per dare per scontata la vittoria. Il punto è dimostrare di essere all’altezza della sfida, di essere l’Inter, ma potendo, per la prima volta, schierare una formazione senza nessun giocatore del triplete, riuscendo ad uscire tra gli applausi a prescindere dal risultato. Allora sì che potremo dire di aver vinto una battaglia più importante della sfida contro la Juventus, quella contro i fantasmi del passato.