EDITORIALE – Onora la maglia!
La lunga corsa, cominciata a passo lento, con qualche accelerata e con ben due cambi di testimone, una staffetta che ha visto una brusca accelerata verso le posizione più nobili, poi una ricaduta e un necessario ulteriore passo di testimone. La stagione nerazzurra potrebbe essere paragonata alle montagne russe che tanto divertono i bambini e che poco invece hanno divertito i tifosi nerazzurri quest’anno, una squadra, ormai data per spacciata, rivitalizzata da un giovane pieno di idee ed iniziative che ha trasmesso positività e voglia di crederci, nonostante i mezzi tecnici e fisici siano rimasti gli stessi. Andrea Stramaccioni, alla lunga, si è dovuto scontrare con l’amara realtà, con i Lucio che perdono palla in modo banale e con una difesa colabrodo, con la lentezza di Ricky Alvarez, con l’astinenza di Pazzini, con il lento passeggiare sul campo di Forlan e via dicendo. Il buon Andrea ha provato a comporre un nuovo minestrone, con un pizzico di sfrontatezza in più, sembrava aver creato una composizione vincente con gli stessi ingredienti ma ha dovuto affrontare i soliti nodi che sono tornati puntuali al pettine.
L’Inter non è e non era da Champions, la lotta “a chi va più lento” per il terzo posto e che paradossalmente tiene in gioco ancora i nerazzurri, ha alimentato aspettative forse un pò troppo rosee. Se si deve rifondare che sia fallimento su tutti i fronti, cosa succederebbe infatti se si riuscisse a conquistare il terzo posto? Riconoscenza a tutti, zero cessioni e zero acquisti? Allo stato attuale, invece, la realtà bussa prepotentemente a casa Inter e impone di trovare responsabili e nuove idee per il futuro, l’occasione per ricostruire, da zero.
In questo contesto, il derby di Milano, che poteva essere un incrocio thriller per i primi tre posti, deve essere riletto in altro modo, attribuendogli il significato che una partita del genere assume a prescindere, senza valutazioni ulteriori legate alla lotta Milan-Juve per il primo posto. Una scuola di pensiero caldeggia un approccio morbido per domenica sera, con un’Inter che non si affanni a contrastare la rincorsa milanista al primo posto, perchè vedere uno scudetto già cucito nelle maglie degli acerrimi rivali bianconeri buttato al vento in questo modo sarebbe l’unica consolazione di una stagione disgraziata. La seconda scuola di pensiero fa leva sull’orgoglio nerazzurro, matematicamente nulla è perduto e c’è anche il discorso Europa League, di fronte c’è il Milan, gli odiati cugini a cui deve essere data una lezione, anche al ritorno, nessuno sconto, scudetto al Milan o alla Juve poco cambia.
In mezzo la voglia di riconferma di Stramaccioni, ogni partita può essere un tassello per il suo futuro ed un derby rappresenta inevitabilmente un passo significativo per ogni valutazione. E poi i giocatori, perchè se è vero che l’ora del giudizio si avvicina e il futuro di molti è in bilico, un derby giocato al 100% può portare la bilancia a pendere da un lato piuttosto che da un altro. Un derby e un campionato da giocare e da onorare fino alla fine.