EDITORIALE – Osvaldo rock & roll
Di Giorgio Crico.
Una cosa è certa: Pablo Daniel Osvaldo divide le folle. Bizzoso e talentuoso, indisciplinato e tecnico, anarchico ma talvolta geniale. Indubbiamente non è il calciatore più continuo del globo però adesso è a Milano, il matrimonio è quasi ufficiale e tutti dovranno tifarlo ogni domenica, estimatori e detrattori.
Velleità da rockstar, il look alla Jack Sparrow, l’ex centravanti di Roma, Espanyol e Juventus arriva in nerazzurro a prezzo di saldo e non in via definitiva. Checché si pensi del valore del giocatore, l’operazione è stata un capolavoro di mercato, ennesimo gioco di prestigio di Ausilio, capace di mettere in piedi una sessione di trasferimenti al momento molto efficace non avendo assolutamente nulla in mano. E Osvaldo non sarà nemmeno l’ultimo colpo: dopo di lui infatti arriverà finalmente anche Gary Medel dal Cardiff.
Ma torniamo al nostro attaccante italo-argentino e al suo spirito così “maledetto” e alternativo, arrivato ormai a uno degli ultimi bivi della carriera, a 28 anni e mezzo. Buon per lui, aspirante musicista rock, che ha già passato i perigliosi 27 anni, l’età in cui tanti dei suoi idoli hanno lasciato questa valle di lacrime. Osvaldo deve cercare a sua volta, però, di evitare una morte “calcistica” e di sparire definitivamente dai radar del pallone che conta: dopo due buone stagioni alla Roma comunque condite da alti e bassi, la tragicomica fuga in Inghilterra e la fugace apparizione juventina, l’Inter rappresenta una possibilità concreta perché la sua chitarra non arrivi già ora al canto del cigno e i suoi assoli possano trovare posto all’interno di una jam-session che ha voglia di arrivare in cima alla top ten della Serie A. Magari non proprio davanti a tutti ma di sicuro tra le prime quattro.
Gol come riff, assist come ritornelli ritmici: questa l’unica ricetta possibile perché il nostro Osvaldo possa imporsi anche a Milano dove, a dirla tutta, partirà come vice Icardi. Emergere dalle retrovie è ormai l’unica chance per l’ex Fiorentina e Lecce, che deve ancora una volta ri-dimostrare da capo che ci si può fidare di lui e del fatto che è un professionista affidabile. Quindi un altro ingrediente fondamentale del suo rapporto con l’Inter dovrà essere la totale assenza delle famose bizze che l’hanno portato a rompere con Roma prima e Southampton poi; dovrà imparare a sfruttare al massimo ogni occasione che avrà per tornare a suonare stabilmente sul palcoscenico che più desidera.
E allora vieni caro DaniStone, come ti chiami sul tuo profilo Twitter, imbraccia la chitarra e inizia a strimpellare Satisfaction dei tuoi amati Rolling Stone perché, alla fine, né tu né la tua Inter potete accontentarvi di esservi trovati, no: entrambi voi volete semplicemente tornare grandi.
L’Inter se lo merita di sicuro, tu vedi di poterne essere meritevole allo stesso modo.