EDITORIALE – Posto fisso ai giovani
Una storia già vista, già vissuta, l’illusione di poter raggiungere un traguardo lontano e la dura realtà che riporta subito a doversi confrontare con fatti e numeri che non lasciano più spazio all’immaginazione. Forse neanche il più inguaribile ottimista potrebbe oggi pensare di poter raggiungere quel terzo posto che significa, oltre a denaro sonante, mai disprezzato soprattutto in questo periodo, ritornare ad ascoltare quella musichetta tanto cara ai colori nerazzurri negli ultimi anni. Analizzando realisticamente potremmo dire semplicemente che l’Inter attuale non meriterebbe di ricalcare il palcoscenico della grande Europa, che le tante occasioni non sfruttate sono il segnale chiaro che bisogna ripartire da zero, e allora vada per l’Europa League che non è affatto un obiettivo scontato, con la macchina nerazzurra troppo spesso a corto di benzina e con le concorrenti che vanno a tutt’altra velocità.
Il “pieno” Stramaccioni aveva ridato entusiasmo, i giocatori avevano lucidato la carrozzeria e la macchina Inter sembrava se non altro scoppiettante, con il rocambolesco 5-4 contro il Genoa che aveva divertito i tifosi. Ma neanche il Mago di Oz potrebbe raddrizzare una stagione cominciata con i presupposti sbagliati e su basi poco solide e la partita contro il Cagliari è la sintesi perfetta dell’Inter vista troppo spesso quest’anno, con una squadra che si ritrova a subire il gioco del Cagliari dall’inizio alla fine, che non riesce a fare più la partita, che sembra andare sempre al 50% in meno rispetto agli avversari. Del nuovo tecnico c’è la carica che ha portato la squadra nerazzurra a reagire istantaneamente allo svantaggio e in tempi di magra anche questo è qualcosa.
In questa stagione disgraziata, anche la situazione dei singoli risulta certamente condizionata dalle vicende della squadra, un Ranocchia che, complice la squalifica di Lucio, aveva l’occasione per mettersi in mostra, anche in chiave Nazionale, fallisce clamorosamente l’ennesima chance riuscendo addirittura a giocarsela con il distratto difensore brasiliano in un match tra “flop”, un Forlan che sembra ad una partitella scapoli contro ammogliati, sempre fuori posizione e fuori contesto in un’Inter che non è mai stata sua e forse mai lo sarà. A Stramaccioni il difficile compito di combattere la rassegnazione ormai dipinta nei volti e nelle prestazioni di molti suoi giocatori, facendo leva sull’entusiasmo dei giovani che vogliono conquistarsi un posto nella futura Inter e dei “vecchi” che non ne vogliono sentire di mollare come Milito e Cambiasso, rigenerati dalla “Strama” cura.
Sarebbe forse ora di rimettere tutto in discussione, tutti sotto esame con le partite che restano, che assumerebbero, quindi, ulteriore significato nella testa di giocatori che non sembrano poi così interessati ad un’eventuale qualificazione in Europa League. Il posto fisso, definito “noioso” da Monti, sembra essere garantito un pò troppo spesso in questa Inter, chi sbaglia non paga, chi gioca sottotono viene riconfermato e se poi ti rifuti di entrare non solo non sei punito ma vieni pure premiato con il posto da titolare nella partita successiva mentre se sei giovane e commetti un errore, peraltro comprensibile vista l’età, la partita seguente te la passi in panchina o in tribuna.
La scelta Stramaccioni in una stagione che ha ormai poco da dire è intelligente, infatti chi meglio di lui può lanciare qualche altro giovane interessante in prima squadra? Conviene a lui per una sua riconferma e conviene a tutta l’Inter, ma per favore che non si metta in discussione un allenatore, giovanissimo e alla sua seconda partita, dopo un 2-2 contro il Cagliari. Adesso sotto con il Siena, è tempo di esperimenti, aggiungendo nuovo materiale al “poco” già a disposizione, ci vuole sfrontatezza e coraggio ma la situazione è di quelle ideali, come fare peggio infatti di quanto finora fatto? La vecchia Inter aggrappata ai giovani.