9 Dicembre 2013

EDITORIALE – Quando qualcosa si rompe…

di Giorgio Crico.

Va aggiustato. Né più né meno. E, nonostante le critiche che piovono copiose su di lui da una settimana, Walter Mazzarri è molto bravo a sistemare situazioni complicate o disastrose (parlano per lui il miracolo Reggina, il Napoli che da mezza classifica arriva sino in alta graduatoria giocando con Aronica titolare) e, forse non ce ne si è resi conto appieno, all’Inter lo ha già fatto. Quest’estate, mentre un po’ chiunque cianciava riempiendo la bocca con le fole del calciomercato fantascientifico in pieno stile pendolino di Mosca (buon’anima) o con le sparate in pieno Michele Criscitiello style, lui lavorava.

Il frutto di così tanta fatica con le desertiche temperature massime di Pinzolo o della tournée americana è poi stato colto ininterrottamente o quasi da fine agosto a un paio di settimane fa: squadra arcigna, cattiva, rapida, ermetica. Tutto quello che l’Inter non era stata sotto l’egida stramaccioniana (se non in un fatato mese di ottobre 2012 in cui pareva che il disastrato undici del buon Andrea da Roma potesse competere persino per lo scudetto).

Ora la situazione, paradossalmente, pare tornata quella di partenza di quest’estate: squadra con un disordinato talento offensivo e una retroguardia molto fragile, ma dopo un periodo in cui invece la difesa non era del tutto sigillata ma pareva che i problemi più grossi fosse in realtà in attacco. In tutto ciò l’ultima vittoria risale a un mese fa ed è stata frutto della non proprio convincentissima prova contro il Livorno.

Insomma, è tornata la melma della pareggite, la stessa brutta malattia che colpì la prima Inter manciniana e che le impedì di concludere l’annata davanti a tutti (segno che anche non perdere quasi mai, alla fine, serve a poco se poi non si vince). Da cosa ripartire per scrollarsi di dosso i vincoli e le pastoie che attualmente paiono legati a doppia mandata agli scarpini nerazzurri?

La risposta è una sola in tre parti: lavoro, più lavoro e ancora lavoro. Perché solo recuperando la giusta mentalità in allenamento, la corretta voglia di impegnarsi in prova, il sudore da versare lungo la settimana si può sperare di invertire la tendenza e non rovinarsi il fegato contro Milan e Napoli (contro i quali un bottino di zero punti potrebbe avvelenare i piani natalizi di molti).

Perché, alla fine, quando qualcosa si rompe bisogna aggiustarla. E senza fatica, purtroppo o per fortuna, questo non può accadere.