EDITORIALE – SAUDADE
?Un senso di nostalgia tanto legato al ricordo del passato quanto alla speranza verso il futuro?, queste le parole del compianto Antonio Tabucchi nel descrivere la saudade, parola che per molti versi rappresenta quanto provato dai tifosi nerazzurri nella giornata di ieri.
Una domenica calcisticamente forte e contrassegnata da due importanti eventi come la vittoria della prima edizione della Champions League Primavera (all’anagrafe NextGen Series) e la sempre calda sfida di campionato tra Juventus e Inter. Chi di voi ha avuto il piacere di leggere (e chi non l’ha ancora letto è invitato a farlo) quel bellissimo libro di Tabucchi che è ?Sostiene Pereira?, avrà notato come ieri sulla squadra nerazzurra si sia applicata la famosa teoria della confederazione delle anime che il Dottor Cardoso illustra al protagonista del romanzo. Secondo tale teoria, ogni persona non ha contrariamente a quanto si pensa una sola anima ma è un contenitore di tante diverse anime su cui domina una egemone che segna il carattere dell’individuo. L’anima leader inoltre in molti casi non è destinata a occupare la propria posizione di comando per sempre poiché una nuova anima può col tempo prendere il sopravvento e trasformare la persona. L’Inter di questa stagione è vittima di un evidente conflitto tra le sue diverse anime e la fragilità psicologica con cui è crollata dopo il gol di Caceres nonostante una partita giocata da grandissima squadra fino a quel momento è qualcosa che non solo intristisce ma che soprattutto preoccupa. Quando non gira la testa è normale che non girino le gambe e ciò spiega la netta predominanza territoriale dei bianconeri avuta l’ultima mezz’ora nonostante siano stati quest?ultimi e non gli uomini di Ranieri ad aver giocato per centoventi minuti una tiratissima partita di Coppa Italia pochi giorni prima.
Già, Ranieri. C’è poco da aggiungere a quanto sosteniamo da mesi e i cambi di ieri hanno dimostrato ancora una volta le nostre tesi. L’allenatore romano ha sicuramente delle attenuanti a cui appigliarsi come l’imbarazzante mercato estivo e l’età avanzata dei giocatori ma l’organico a sua disposizione non è inferiore a quello di squadre come Catania e Atalanta che gli sono davanti in classifica (per i bergamaschi viene considerata ovviamente in questo caso la classifica al netto dei punti di penalizzazione). Le colpe di Ranieri sono grandi e il tecnico è tra i principali imputati del disastro nerazzurro al pari di società e giocatori, su questo tutti o quasi sono finalmente concordi. Mandarlo via adesso? C’è chi dice che oramai non serva a nulla, noi sosteniamo invece di prendere qualcuno solamente a patto che sia incaricato di schierare i giovani della rosa e far accumulare loro esperienza senza il fardello della necessità di fare risultato. Pura utopia, ne siamo consapevoli.
C’è un sottile filo che collega saudade e conflitto tra anime ed esso si chiama NextGen Series, un nome sconosciuto ai più fino a qualche mese fa ma che adesso è sulla bocca di tutti grazie al meraviglioso successo dei ragazzi di Stramaccioni. Se di notte abbiamo assistito a una triste saudade e al dolorso tentativo di Julio Cesar di provare invano per l’ennesima volta a caricare i compagni come nei bei tempi che furono, di giorno l’Inter Primavera ha mostrato un nuovo spirito pronto a sgomitare e vestire i panni dell’Inter che verrà. L’allegria, il carattere e la freschezza portata dalla banda di Stramaccioni ha tutte le carte per trasformare la saudade in una nuova speranza ma a questo punto la palla passa alla società. Tra un fair play finanziario e una litigata Branca-Oriali il Parma già da mesi ringrazia l’Inter per la cessione di Crisetig, grande protagonista con la Primavera e talento puro che ha le potenzialità per imporsi come il regista della Nazionale del prossimo decennio. Errore questo tanto stupido quanto inutile ma che si spera serva da esperienza. Tra un Bessa che ha una fantasia di altri tempi, un Coutinho che incanta in Spagna e un Duncan che da solo ha la mobilità di tutti i centrocampisti della prima squadra, è giunta ora di raccogliere i primi frutti della politica di lancio dei giovani attuata negli ultimi anni. Sono la logica e tutto il popolo nerazzurro che lo chiedono, consapevoli che ai primi errori i giovani vadano difesi e non vengano mandati ad essere dati in pasto ai lupi. Perché i lupi si sa, il vizio non lo perdono mai.