EDITORIALE – Segnane ancora, Maurito
di Giorgio Crico.
Troppo s’è parlato di Mauro Icardi negli ultimi mesi. Troppo e a sproposito. Perché i motivi per cui Maurito è finito un po’ ovunque tra siti di gossip e testate calcistiche poco c’entravano con il rettangolo verde che, checché se ne dica, è ancora il luogo dove il delantero argentino ancora si esprime al meglio. Non Twitter, non Instagram ma l’area di rigore: quello è il luogo deputato a fare da sfondo alle gesta di Icardi Mauro da Rosario, il quale, per inciso, compirà 21 anni solo dopodomani.
E proprio in area di rigore Icardi è tornato a colpire: terzo gol in Serie A con la maglia dell’Inter, terzo gol che porta punti (contro Juventus e Cagliari le sue reti portarono due punti, con la Fiorentina già tre). Dunque l’Inter si ritrova quattro punti in più in classifica grazie al peso specifico delle marcature del suo numero 9, siglate in appena 246′ (ergo l’ex Sampdoria ha una media di più di un gol a partita, prendendo il solo minutaggio). Mauro sta finalmente ricominciando a fare (sempre di più, si spera) ciò per il quale è stato preso con un investimento importante.
E la rete di Firenze ha dato testimonianza di un ragazzo perfettamente inserito nel gruppo (festeggiatissimo dai compagni dopo il gol), fisicamente a posto e pronto a mettere altri minuti nelle gambe e altri palloni alle spalle dei portieri in questo girone di ritorno. Dopo tutto, forse, “fare gol” era anche solamente quanto lui sperava di compiere di nuovo e il gol è arrivato con anche un piacevole retrogusto di vendetta, immaginiamo: contro le malelingue, contro il gossip e contro gli infortuni che, al netto di argute o facili ironie, ne hanno comunque minato la stagione.
L’allenamento quotidiano a fianco di Diego Alberto Milito, sicuramente fino a giugno poi si vedrà, inoltre, non potrà fargli altro che bene. Dal Principe Icardi potrebbe affinare ulteriormente quei movimenti senza palla in profondità che gli riescono già naturali e magari affinare anche la tecnica palla al piede, fondamentale nel quale il numero 22 è ancora uno dei maestri d’Europa se si considera il ruolo che ricopre. E, chissà, magari più avanti potrebbero persino coesistere per almeno qualche spezzone di gara.
Mauro è un numero 9 classico, uno di quelli le cui partite hanno senso solo se la buttano dentro: se non gioca non può segnare e, di conseguenza, essere felice. E allora si goda la sua perla da tre punti (fuorigioco? Chi se ne frega! La rete è una gemma da bomber vero che ricalca perfettamente il movimento che insegnano in tutte le scuole calcio del globo) e si contenti di aver creato un nuovo problema a Mazzarri: quando inserirlo in una gara bloccata? Da Firenze la risposta è chiara: almeno 30′ perché uno così può finalizzarti qualcosa in qualunque momento.
Se l’Inter ha bisogno di gol il numero 9 ha già risposto presente tre volte e, come diceva qualcuno, tre indizi fanno una prova. E la prova è che Icardi è pronto a esplodere e, chissà, magari far deflagrare di nuovo l’Inter sui livelli mostrati da agosto a inizio novembre.
Bentornato Maurito.