EDITORIALE – Senza voltarsi indietro
Torna il consueto editoriale del lunedì sera per voi affezionatissimi, stavolta tornato in pianta stabile nella sua sede d’elezione dopo una settimana di pausa forzata (e ci dispiace). L’Inter è reduce da due vittorie convincenti e da una prestazione, quella di Bergamo, in cui ha mostrato cose buone e meno buone. Ora, però, tutto questo non conta più perché sabato ci si gioca una fetta enorme di Champions League con l'avversario più difficile di tuttiAlzi la mano chi ci avrebbe creduto a metà febbraio.
No, davvero, alzino la mano coloro che un paio di mesi fa, forse anche tre, avrebbero potuto pensare a un’Inter in piena corsa per il quarto posto a un poker di partite dalla fine del campionato e, incidentalmente, in grado di poter influire sulla corsa scudetto. Il che, tradotto in italiano, significa che incontrerà una Juventus con la bava alla bocca, dando vita al Derby d’Italia con la posta in palio più alta degli ultimi… Sei anni?
È forse da quel lontanissimo – e ormai famoso – 1-3 dello Juventus Stadium che le due squadre non si giocano qualcosa di serio. E anche allora, per quanto fossero prima e seconda forza del campionato, la partita arrivò troppo presto in stagione per poter significare qualcosa oltre il mero prestigio (non che sia sempre poca cosa, ovviamente). Chiaramente il premio in palio non è lo stesso ma, a livello relativo, i tre punti sono ugualmente vitali per entrambe le fazioni e ciò contribuisce a rendere il faccia a faccia di sabato prossimo qualcosa di potenzialmente molto vicino a un duello apache (quello, per intenderci, in cui due contendenti sono legati avambraccio contro avambraccio e nell’altra mano impugnano un coltello. Discretamente pericoloso, già).
L’approccio che l’Inter di Spalletti deve necessariamente adottare per l’incontro/scontro di San Siro è uno solo: andare alla partita a muso duro concentrandosi sui 90 minuti, senza pensare a nulla. In particolare, i nerazzurri non devono in alcun modo voltarsi indietro e pensare al tragitto compiuto fin qui: come ci si è arrivati non può avere importanza, al momento l’unica cosa che conta – stavolta val la pena usare questa formula – è solo la partita. Da vincere.
Per estensione, ovviamente, il concetto vale anche per gli impegni successivi ma è logico che le altre tre avversarie che il Biscione affronterà dopo i campioni d’Italia non sono neanche paragonabili ai bianconeri per esperienza, valori assoluti e abitudine a giocare sfide da vita o morte. I calcoli sul come si è arrivati a giocarsi il quarto posto – fondamentale – contro la Juventus non hanno senso né ragione di esistere e si può star certi che gli uomini di Allegri non si presenteranno a San Siro come sono entrati in campo contro il Napoli domenica sera. Saranno invece molto più simili alla versione andata in scena al Bernabéu e la Beneamata dovrà sfoderare una partita modello, per quanto difficile.
Anche se è improbabile, anche se vincere sarà quasi impossibile. Ma gli obiettivi, se si vuole raggiungerli, vanno affrontati di petto, se necessario scontrandocisi. Senza voltarsi indietro.