EDITORIALE – Spalletti ti mette le aaaaaali!
Il consueto editoriale del lunedì sera, ancora una volta dedicato al lavoro enorme che "Lucky" Luciano Spalletti sta facendo soprattutto sulla testa dei suoi giocatori. Forse è esagerato dire che è lui il top player nerazzurro ma, certo, il tecnico toscano sta trasformando in una vera squadra quella che era solo una massa di giocatori...Sei punti dopo le prime due giornate contro Fiorentina e Roma. Not bad, direbbero in America. Anche perché i più ottimisti dei tifosi nerazzurri avrebbero firmato per arrivare alla sosta con quattro. Il punteggio pieno, invece, sta lì come monito per ricordare a tutti che a volte la realtà può superare i sogni. Ma la notizia migliore non sono i punti, i gol segnati o le vittorie. No. Intendiamoci, sono tutte bellissime cose che meriterebbero un editoriale dedicato a testa. Però il meglio è che l’Inter ha raccolto ciò che ha seminato. Magari in maniera tremolante, magari in modo incerto, magari mostrando ancora lacune ed enormi margini di miglioramento, ma contro Fiorentina e Roma il Biscione ha vinto organicamente, nel modo in cui voleva vincere. Considerando come spesso accadeva di vincere negli scorsi anni, non è una constatazione sulla quale sputare.
Certo, gli dèi del calcio hanno portato a San Siro una Fiorentina ancora abbondantemente indietro rispetto anche solo alla metà del guado nella sua fluviale ricerca di identità, così come hanno evidentemente protetto con un po’ di fortuna la porta di Handanović dalle staffilate giallorosse, nessuno lo nega, ma l’Inter non ha fatto le tipiche partite sornione in cui viene presa a schiaffi per 70’ e poi, con gli avversari esausti, mette dentro quel golletto che vale i tre punti (azzeccando la ripartenza della speranza). No. L’Inter ha cercato di forzare le situazioni di vantaggio che s’è saputa creare fino a segnare tre reti sia ai viola che ai capitolini. Ed è la notizia più importante degli ultimi sei mesi, probabilmente.
Ora, come già si diceva una settimana fa, il lavoro da fare è ancora parecchio, specie se il Biscione intende arrivare vicino al concetto di dominio del possesso e della partita che porta con sé il buon Spalletti Luciano da Certaldo (ed è lo stesso mister che continua a sottolineare la cosa con convinzione). Le vittorie sono un viatico meraviglioso sulla strada del progresso ma l’assunto base è che non ci si deve fermare nemmeno per sbaglio e, se vogliamo, proprio perché le premesse sono già incoraggianti, bisogna assolutamente rimanere in movimento e non pensare mai alla classifica perlomeno fino a febbraio.
Probabilmente, prima dell’estate, quando chiunque immaginava che la Beneamata avrebbe investito chissà quanti milioni in un mercato più o meno imperiale, se avessero fatto i calendari della Serie A 2017/2018 il 28 maggio, nessuno si sarebbe aspettato un’Inter a punteggio pieno dopo queste prime due giornate in totale assenza di un nuovo top player a guidare i compagni. E invece. E questo è ovviamente un altro punto in favore soprattutto di Spalletti e, per una volta, degli attuali componenti della rosa che, comunque, hanno capito che devono alzare ognuno il proprio livello di gioco per raggiungere gli obiettivi prefissati. E lo stanno facendo, alcuni in modo quasi commovente considerando i limiti di base di più di un giocatore.
Inoltre, come è apparso evidente sia a Milano sia a Roma, l’Inter ha dimostrato anche di saper soffrire senza andare nel panico – cosa vista e stravista negli ultimi sette anni – anche quando non riesce a mettere in pratica le indicazioni del mister e anche questo aspetto è una risorsa che certamente tornerà molto utile nel corso della stagione. Saper incassare è una caratteristica tradizionale del Biscione ma mantenere la testa sulle spalle è invece frutto del lavoro dell’attuale gestione tecnica che, a oggi, merita decisamente più elogi di tutti gli altri comparti della società.
Chi ben comincia…