EDITORIALE – Tra giovani e soldi del Monopoli
Di Aldo Macchi
Settimana calda, settimana importante per il mercato in entrata e in uscita per i nerazzurri. Le trattative per Isla e Belfodil sembrano ormai entrate nel vivo e si cercano le entrate necessarie per finanziarne la buona riuscita. Piazzare sacrifici importanti nel breve periodo sembra molto difficile e così quelli più prossimi alla partenza sembrano essere i giovani. Ma la cifra raccolta sembra bastare solo per Isla, anche se in realtà a livello di bilancio non è così.
AFFARE BELFODIL – La trattativa per il franco tunisino ha sbalordito tutti: 10 milioni per la metà più i prestiti di Cassano, che avendo però un anno di contratto con l’Inter verrebbe di fatto regalato, e Silvestre, giocatore che verrebbe così riscattato dal Palermo. Una follia se presa solo così, ma le evoluzioni della trattativa hanno lasciato intendere un altro aspetto che sottolinea nuovamente la virtualità delle cifre di denaro che circolano nel mercato odierno. “Belfodil si farà” questo è il punto fermo, le cifre e i giocatori però possono cambiare. I 10 milioni sono frutto dell’ingaggio dei due giocatori inseriti nella trattativa, tradotto: io prendo due giocatori in prestito da te: spesa 0. A questo aggiungi 10 milioni che mi vanno ad aumentare l’attivo del bilancio. Io però ti do a quella cifra la metà del cartellino di Belfodil, ci faccio una plus valenza e il mio bilancio sta ancora meglio. L’Inter dal canto suo ha sì una spesa di 10 milioni, ma anche 10 milioni in meno di ingaggi da mettere a bilancio, andando così in pari. Stabilendo poi che quella metà di Belfodil è da considerare una comproprietà, ecco che nel caso di cessione i 10 milioni tornerebbero, come una sorta di caparra. Entrambe le società quindi non devono realmente tirare fuori un centesimo, ed è per questo che non servono cessioni per completare la trattativa, ma solo giocatori disposti ad entrarci. AFFARE ISLA – Diverso invece il discorso per Isla, l’esterno rischiesto a gran voce da Mazzarri per la sua Inter. Qui il gioco dei soldi virtuali è già stato fatto, ora servono quelli veri ma nessuno vuole perderci. Ecco che allora, rinnovando la comproprietà, l’Udinese tiene metà del cartellino, sicura di prendere, prima o poi, quel che le spetta. La Juventus dal canto suo ha puntato sul giocatore che ha fallito le attese e ora, grazie alla stessa comproprietà, chiede quanto ha speso per la metà del cartellino un anno fa, potendo così andare in pari di bilancio. E l’Inter? L’Inter cerca dalle cessioni i fondi per pagare i 6 milioni richiesti. È vero che in realtà la Juventus ne ha pagati 7,5 ma c’è sempre da considerare, per il bilancio, l’ingaggio risparmiato, che permette anche di superare la cifra spesa. I 6 milioni arrivano dalle cessioni tedesche di Donati e Caldirola, giovani prospetti del calcio italiano, che forse grazie alla scarsa considerazione del movimento calcistico italiano nei loro confronti valgono, messi insieme un quinto di Thiago, altrettanto giovane promessa ma spagnola. Se i paragoni con la Spagna stanno diventando un’ossessione, rimaniamo in patria, gli esempi non mancano. Un anno fa infatti veniva ceduto Verratti al PSG, al doppio dei due giovani interisti messi insieme. Il futuro dirà se questo è il giusto valore dei due ex primavera, il presentimento però è che ci si stia accontentando del minimo indispensabile per rimanere in pari col bilancio, sacrificando i giovani del vivaio per acquistare pari ruolo in cerca di riscatto o peggio di pari età. Un azzardo, una scommessa, un mercato degno della pazza Inter.