28 Dicembre 2017

EDITORIALE – Il vero problema

Un inconsueto editoriale del giovedì pomeriggio post-natalizio per voi affezionatissimi, che ovviamente è costretto a riflettere sulle recenti sconfitte nonché sulla freschissima eliminazione di Coppa Italia (alla quale nessuno farebbe caso se non fosse arrivata contro il Milan e ai supplementari). E se il dramma vero non fossero i risultati bensì qualcos'altro?

Tre sconfitte di fila, una “minicrisi” secondo alcuni organi di stampa estremamente diffusi e influenti sul territorio, un derby perso che in teoria aveva in palio “solo” una semifinale di Coppa Italia ma che sembra aver segnato i destini di una stagione impattando sulla galassia nerazzurra come almeno un paio di piaghe d’Egitto messe insieme. Insomma, rispetto a venti giorni fa il quadro generale della situazione in cui attualmente versa l’Inter sembra essersi fatto pressoché disperato quando, in realtà, la squadra è ancora terza in Serie A. Certo, la forbice con il primo posto s’è allargata da un punto di vantaggio a cinque da recuperare ma, ancora una volta, non è lo scudetto l’obiettivo primario di questa stagione. E il treno per l’Europa che vale non è certo passato, anzi: Big Luciano Spalletti lo sta ancora cavalcando alla grande.

Ma al di là degli ovvi dati numerici che non nota solo chi non vuol vedere per partito preso perché preferisce continuare a vomitare profezie di morte, pestilenza e distruzione ad mentulam canis (per ricavarne cosa, tra l’altro, non è chiaro), ciò su cui anche i più ottimisti ed equilibrati hanno iniziato a vacillare è la consistenza dell’attuale progetto tecnico nonché il valore assoluto del collettivo nerazzurro. Attenzione, badi bene, non è assolutamente Spalletti in discussione (e ci mancherebbe) bensì il gruppo di giocatori che ha a disposizione e la loro capacità di reggere ad alti livelli nonché di praticare un calcio che consenta alla squadra di fare risultato nella maggioranza delle partite.

Icardi

Ora, la rosa è lacunosa (da queste parti si dice dal momento successivo alla chiusura della sessione di mercato estiva), appena discretamente assortita e corta, corta, corta. Cortissima. Striminzita. Questi difetti non si scoprono affatto oggi, ci mancherebbe. Ed è clamoroso ciò che Spalletti ha saputo fare in sei mesi con a disposizione questo materiale umano, val sempre la pena ripeterlo. L’uomo di Certaldo ha potuto fare appunto “qualcosa di clamoroso” perché è riuscito a inventarsi un sistema – prima di tutto difensivo – che riesce a tenere in piedi la baracca con una minima parvenza di dignità: d’accordo, chiaramente è perfettibile e spesso diventa estremamente prevedibile ma, guardando al responso del campo, l’Inter ha steccato la partita col Milan – e nemmeno in maniera così vergognosa, tra l’altro – come non le capitava da inizio stagione. Perché con Udinese e Sassuolo s’è perso, verissimo, ma le prestazioni sono state tutt’altro che indecorose: coi friulani il primo tempo avrebbe giustificato perlomeno il pareggio finale mentre coi neroverdi la sconfitta è stata una punizione talmente eccessiva da risultare quasi paradossale.

Attenzione, non sono notazioni derivanti da partigianeria bensì dati di fatto che difficilmente chi ha guardato per intero le partite in questione può negare. Che l’Inter avrebbe meritato ben altri punti rispetto agli zero raccolti nelle ultime due uscite di campionato, del resto, non cancella i meriti di Udinese e Sassuolo che dal canto loro non hanno rubato nulla, visto che nel calcio non è raro che l’esito di una gara non coincida al millimetro con lo svolgimento della stessa. E le due squadre hanno dalla loro il merito di aver saputo segnare quando serviva a differenza di un’Inter che, probabilmente, ha il suo vero problema attuale proprio nel non riuscire a fare gol, piuttosto che nel giocare male o mancare di garra, atletismo o quel che si vuole.

Una sola rete – del solito Icardi – negli ultimi 690’ non è un gran bottino, in effetti. Ed è qui, sulla fase offensiva nerazzurra, che bisogna dirigere il faro più grosso (attualmente bloccato sui risultati con ventisette lucchetti). Perché questo è il vero dato allarmante delle ultime settimane nonché il vero problema che, se non corretto, potrebbe portare a problemi ben più gravi di un’eliminazione in Coppa Italia.

Spalletti certamente ci sta già lavorando anche se il tempo è pochissimo: già sabato con la Lazio, in una di quelle partite che si dice sempre valgano sei punti, servirà un’Inter molto più concreta negli ultimi sedici metri. Altrimenti saranno dolori. E non solo contro i biancocelesti…

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