Ultimo turco a giocare con la maglia dell’Inter, questa mattina Emre Belozoglu è stato intervistato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport per commentare il passaggio in nerazzurro del suo grande amico e connazionale Hakan Calhanoglu. Un trasferimento che farà discutere per parecchio tempo visto che l’ormai ex rossonero era diventato uno dei leader tecnici del Milan delle ultime due stagioni e che a costo zero per l’Inter quest’oggi firmerà invece il nuovo contratto che per tre anni lo legherà ai colori nerazzurri. Ecco le parole di Emre su Calhanoglu:
Emre, quanto l’ha sorpresa il passaggio di Calhanoglu all’Inter?
“Ho parlato con Hakan quattro giorni fa, ma di nazionale. Mi ha detto che a fine Europeo sarebbe tornato a Milano, ma non pensavo per firmare con l’Inter… Sono davvero felicissimo: il nerazzurro è rimasto nel mio cuore”.
Crede che Calha sia l’uomo giusto per sostituire Eriksen?
“Ci tengo a mandare un abbraccio a Christian, spero che possa tornare a giocare al più presto. Ma servirà tempo e Hakan è perfetto per prenderne il posto. Nel Milan giocava in un sistema diverso. Ma ha testa e talento per coprire più ruoli. Può fare la mezzala pura, alternarsi sulla trequarti. Muovendosi tra le linee sa essere micidiale, sfruttando il tiro e innescando le punte. A lui piace sacrificarsi per la squadra. E nell’Inter, come nella Lazio di Inzaghi, ognuno è pronto a dare tutto per i compagni”.
Passare dal Milan all’Inter (o viceversa) non è da tutti.
“Serve grande personalità per reggere la pressione in una grande squadra, sommata a quella dei tifosi che si sentono traditi. Credo che sarà una grande sfida, il completamento di una crescita continua. Solo un grande campione può passare dal Milan all’Inter senza accusare contraccolpi. E lui è un campione”.
Qualche maligno sostiene che Calha però non sempre regge la pressione, tanto che è esploso con gli stadi vuoti.
“Credo che il problema sia diverso. Per nessuno è facile adattarsi al vostro calcio. Anche lui ha avuto bisogno di tempo. Ora non avrà problemi, dovrà abituarsi a un nuovo allenatore e a nuovi compagni. Ma Hakan, con cui ho giocato in nazionale, sa fare gruppo perché è umile e non ha mai fatto pesare il suo status o il suo stipendio”.
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