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Emre: “Moratti fu come un padre. Conte mi piace tantissimo, un fenomeno della panchina”

Non ha mica intenzione di smettere di giocare a calcio Emre Belözoglu, grande ex centrocampista dell’Inter tutt’oggi in piena attività al Fenerbahçe. Alla soglia dei 40 anni che compirà il prossimo 7 settembre, l’ex interista ha spiegato il suo segreto nell’intervista concessa per La Gazzetta dello Sport“Un elisir di eterna giovinezza? Ma no! Conta lo stile di vita”. Emre, rimasto legatissimo ai colori nerazzurri, svela che tutt’oggi segue con grande attenzione i progressi della squadre di Antonio Conte, allenatore che apprezza e stima per il modo di gestire la squadra. E sul suo passato: “Conservo dei ricordi splendidi: quando è capitato di tornare a Milano i tifosi mi hanno sempre trattato in modo speciale. Mi vogliono bene e io ne voglio a loro: poi, sa, come carattere i turchi e gli italiani siamo simili“.

Onestamente, avreste potuto vincere di più?
“Ai tempi la Serie A era il campionato più famoso e difficile al mondo: l’Inter aveva elementi fenomenali, idem Juventus, Milan e Roma. Abbiamo fatto il massimo, anche se non sappiamo come sarebbero andate le cose se non fosse scoppiato il caos-Calciopoli“.

Lazio-Inter 3-3, 7 dicembre 2002: quella sera dimostrò che esisteva pure il piede destro.
“Ogni tanto rivedo quella doppietta su Internet. Beh, dai: non male… Fu un anno, a livello personale, straordinario. E poi segnare indossando certi colori è veramente un’emozione“.

Cuper credette ciecamente in lei.
“Mi diede fiducia, dicendomi chiaramente che non mi avrebbe mai tolto e che sarei stato un titolare inamovibile in quella stagione. Era una persona schietta, positivamente dura, sincera: con lui andò alla grande“.

Idem con Mancini.
“Allenatore top, un vincente. Il suo segreto era l’età: era molto ‘vicino’ a noi calciatori, si faceva capire al volo“.

Ci svela l’aneddoto con Moratti?
“Si riferisce al regalo quando acquistò me e Okan? Nel giorno della firma portammo il classico caffè turco. Rimase sorpreso, disse: ‘È raro che un giocatore mi porti qualcosa, solitamente è il contrario’. Fu divertente, parliamo di un uomo straordinario, un buono. Sa come lo definirei in una sola parola? Un padre”.

Segue l’Inter di oggi?
“Certo. E avendo quasi 40 anni lo faccio con un occhio, come dire, attento: mi piace tantissimo Conte. Un fenomeno della panchina, in grado di cambiare modulo e uomini come se nulla fosse, senza stravolgere certi principi. La squadra rispecchia alla perfezione le sue idee”.

La Juventus, però, resta un passo avanti.
“Per un motivo: ha Cristiano. Il migliore insieme a Messi”.

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Antonio Siragusano

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