EDITORIALE – La “ThohInter”, tra 2016 e sciacalli vari
di Giorgio Crico.
È appena arrivato e già gli hanno messo in bocca le cose più strane: Inter che punta alla Champions League 2016, Messi obiettivo possibile, un grandissimo attaccante la prossima estate… La sensazione è che già adesso si faccia a gara per costringere in bocca al neopresidente nerazzurro Thohir i proclami più pretenziosi possibili.
Finora il magnate indonesiano è stato abile a sgusciare via per l’impervio sentiero della diplomazia ma gli avvoltoi della stampa calcistico-scandalistica all’italiana sono comunque riusciti, come purtroppo capita sempre più stesso, a rifilare le solite lucciole travestite da lanterne ai tifosi coi famigerati titoloni da prima pagina e, ormai, il disastro sembra cominciato. Per fortuna, la medicina più potente contro questo sciacallaggio mediatico è proprio la lontananza anche fisica del buon Thohir dal nostro paese, una certa qual alteritas che consentirà al tycoon di non doversi interfacciare troppo con chi bazzica abitualmente il nostro circolo comunicativo nazionale.
Piccolo esempio del livello parossistico a cui può arrivare il meccanismo dei media in Italia è stata l’ospitata di ieri a Che tempo che fa, dove Fazio ha tirato fuori il parallelismo con Berlusconi (a fini umoristici, è chiaro, ma comunque non c’entrava assolutamente niente: hai l’occasione di parlare col primo presidente asiatico nella storia del calcio italiano che conta, che bisogno c’è di parlare del Cavaliere?). Erick, il Vichingo Indonesiano, se l’è cavata alla grande, ribattendo prontamente che lui di politica non si interessa e se è attivo nel business dei media è solo per passione e non per cercare il potere. Aggiungo io: il paragone non regge anche perché Thohir è più giovane, ha più capelli ed è anche un pochino più alto.
L’ospitata televisiva è stata peraltro anche l’occasione per smentire che i suoi pupilli interisti fossero Ventola e Fresi: Erick Thohir ha chiaramente spiegato che ha fatto quei nomi per far capire che non è un tifoso di quelli che allo stadio chiamano occasionali, ma un uomo veramente intriso di nerazzurro e che conosce bene non solo il Biscione ma anche tutta la storia recente della Serie A (la citazione di Attilio Lombardo come simbolo della Sampdoria è stata semplicemente epica: persino Fabio Fazio è rimasto di stucco). Altra chiarificazione importante è stata quella sul 2016: il tycoon non ha promesso la Champions League ma solo ricordato che l’Inter dovrà arrivare preparata a quel torneo, visto che l’atto finale si terrà a Milano. Il neopresidente non ha promesso vittorie immediate solo per accattivarsi il pubblico ma ha fatto un più che condivisibile discorso su quelli che possono essere gli obiettivi a medio/lungo termine.
Battute a parte, la nuova ThohInter sembra già ben avviata e solida, tra un Mazzarri contento del colloquio avuto col nuovo proprietario, un’aria nuova che si respira alla Pinetina e che può fungere senz’altro da rinnovata brezza che spinga la nave nerazzurra in un porto confortevole a fine stagione, oltre a un progetto tecnico in via di elaborazione che tenderà però a valorizzare quanto di buono è già stato fatto sin qui. Certo, resta ancora incerto il futuro sull’effettiva composizione dei quadri societari dal prossimo anno in avanti, con qualcuno che potrebbe lasciare e un Leonardo in più che, si dice, stia scaldando i motori per diventare il nuovo dirigente plenipotenziario di casa Inter.
Insomma, per quanto sia stata edificata solo recentissimamente, la nuova Beneamata di corso asiatico sembra aver iniziato col piede giusto, grazie anche ai meriti di Moratti che ha fatto partire il rilancio del club di corso Vittorio Emanuele già da quest’estate quando, sapendo che c’era la concreta possibilità di cedere la società, avrebbe pure potuto consegnare nelle mani degli acquirenti la “bagnarola” costituita dalle macerie del Triplete che ha concluso la scorsa stagione.
E invece no: quello che fino a pochissimo tempo fa era IL presidente ha pensato di dare in mano a Thohir un natante molto promettente: non ancora uno yacht di lusso o un motoscafo da gara, ma comunque un’imbarcazione solida e dal futuro assicurato, andando a investire nei settori giusti e ripescando un timoniere d’eccezione qual è Walter Mazzarri.
D’altraparte, proseguendo nella metafora marina, quale capitano poteva essere migliore di uno che porta il nome di Erik il Rosso, celeberrimo vichingo esploratore degli Oceani? L’unico pericolo, per adesso e come si ricordava in apertura, sono i soliti “squali” dell’informazione nostrana. Chissà che tra i mille talenti di Thohir, però, non ci sia anche quello di fiociniere…