Intervistato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport Martin Jol, ex allenatore di Christian Eriksen ai tempi dell’Ajax, ha scelto di parlare del danese raccontando aneddoti e descrivendo le caratteristiche del centrocampista dell’Inter.
ERIKSEN – “Christian ha dimostrato di saper fare tutto, di saper inventare qualsiasi cosa. È un giocatore incredibile, introverso ma estroverso nei pensieri. Era il miglior talento dell’intera accademia dell’Ajax. Ora si comprano giocatori già formati: se vuoi essere competitivo in Europa devi prendere calciatori con esperienza. Quando ero io l’allenatore la filosofia del club era che ci fossero sempre almeno 7-8 ragazzi nati delle giovanili nella prima squadra. E Chris era uno decisamente speciale”.
ORIGINI – “A 17 anni era un giocatore già molto versatile: aveva grandissima fiducia in sé, poteva giocare con il destro che è il suo piede ma era bravo anche con il sinistro. A un certo punto mi sono detto: “O lo metto dentro io o ci penserà il prossimo allenatore”. A quel punto ho deciso di farlo giocare: per me è stato importante essere stato il primo a credere in lui”.
TOTTENHAM – “Considerando i numeri 10, Eriksen in Premier era il migliore. Gioca nello spazio, è un grande passatore, credo che potrà avere una grande carriera anche nell’Inter. Però se non gioca con continuità non può dimostrare quanto vale: se invece credi in lui è il migliore”.
SERIE A – “Il posto giusto per lui? La Serie A non è facile per nessuno. Penso a Bergkamp, una leggenda del calcio olandese. È stato grande all’Ajax e all’Arsenal, ma non all’Inter. Di Christian mi fido: è l’uomo giusto per ogni tipo di calcio, può stare nei due del 4-2-3-1, può fare il 10 nel 4-2-3-1, va bene a destra nel 4-4-2. Fisicamente è uno dei migliori centrocampisti in circolazione: ha solo bisogno di un po’ di tempo”.
3-5-2 – “Nell’Inter nella sua posizione ci sono tanti giocatori: se pensi che lui sia il migliore allora deve giocare, se è solo uno dei 24 questo è un problema. Al presidente del Tottenham Levy ho sempre detto “Se lo vendi sarà un problema”, perché Christian per gli Spurs è stato il leader e l’uomo in più. Ora può esserlo all’Inter: Conte è un top manager, saprà come usarlo al meglio. Se avrà bisogno di lui”.
INTER – “Scelta giusta? Il mio amico Mino Raiola mi ha sempre detto che la A ti insegna a diventare un grande professionista. Però Christian non è più un ragazzino quindi per lui è diverso: l’Inter sarà stata una buona decisione se gioca ogni partita, se non gioca tutte le partite allora la sua decisione sarà stata sbagliata. Molto semplice: è troppo bravo per non giocare, se non trova spazio è meglio tornare in Premier o andare in Spagna. In Inghilterra lo adorano anche se gli ultimi mesi sono stati difficili dopo che ha detto di voler andare via”.
LUKAKU – “Avere il belga in squadra può aiutare? Certamente. Eriksen ha bisogno di giocatori che corrano, con lui devi giocare all’attacco. Alli, Kane e Son lo sanno molto bene. Se non giochi così forse non riesci a mettere in luce tutte le sue qualità”.
SNEIJDER – “Wesley è differente, era più un numero 10 dietro gli attaccanti che tirava tantissimo. Chris è più un playmaker che gioca la palla: mi viene in mente Pirlo se penso a un giocatore come lui, anche se Andrea giocava più davanti alla difesa. Eriksen preferisce stare dove c’è traffico, con il pallone tra i piedi”.
CONSIGLIO – “Gli direi di essere sempre se stesso e lavorare duro: la gente vedrà quello che è davvero. I tifosi e l’Inter sanno cosa sa fare, devono fidarsi. Ma se non c’è spazio per lui, allora bisogna essere sinceri e andare via”.
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