Sven-Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio e di Simone Inzaghi, si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per parlare del nuovo tecnico nerazzurro e di come cambierà l’Inter con il suo arrivo.
Ecco le sue parole: “Simone ha dimostrato di avere grande coraggio: non è mai facile prendere in mano una squadra che ha appena vinto lo scudetto, però è pure una grande occasione per la sua carriera. L’Inter è storicamente il top sia in Italia che in Europa: non poteva dire di no, nonostante ogni possibile rischio”.
L’eredità di Conte: “Lui è un grande nome a livello internazionale, significa garanzia di vittoria, ma penso che Simone sia pronto per quest’ultimo scatto: meritava una società ancora più forte, senza nulla togliere alla mia Lazio. Ora ha l’occasione di dimostrare di non essere da meno di chi lo ha preceduto, sono sicuro che non la butterà via. Da parte mia, gli auguro ogni fortuna”.
Un consiglio per questa nuova avventura: “Guardate dove è arrivato, credete che gli serva davvero un mio consiglio? L’unica cosa che posso dirgli è di essere se stesso, di restare fedele ai propri principi che finora si sono dimostrati vincenti. Continui per la sua strada, col sorriso e un po’ di follia, anche se non ha ancora vinto lo scudetto: in questa epoca è davvero difficile riuscirci alla Lazio, eppure l’anno scorso ha sfiorato l’impresa. Il suo stile così personale mi piace davvero”.
Lo stile Inzaghi: “Cosa ha ereditato di me? Forse il fatto di essere paziente e di farsi volere bene dai giocatori. Vedo grande empatia e questo fa la differenza: ho sempre pensato che nel calcio il gruppo sia praticamente tutto. Senza un ambiente buono nello spogliatoio, i risultati non arriveranno mai. Anzi, alla prima o alla seconda sconfitta si scatena il caos. Se invece hai creato un mood positivo, riesci a resistere anche nei momenti difficili. È giovane, sarà per quello… Ma non serve avere paura di un allenatore: per un giocatore è molto meglio sentirlo vicino, proprio come se fosse un fratello”.
La rosa dell’Inter: “Puntiamo l’attenzione sull’attacco. Era già incredibile la montagna di gol che Simone ha fatto fare a Ciro Immobile, ma ora si ritrova una delle migliori coppie in circolazione in tutta Europa. Io osservavo Lukaku con molto interesse già in Inghilterra, mi sembrava molto forte ma non così tanto. E invece è cresciuto moltissimo, è diventato un giocatore che aiuta i compagni e non pensa solo e soltanto a fare gol. In più, si completa benissimo con Lautaro: se Simone riesce a scatenarli, ha la strada in discesa”.
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