10 Aprile 2019

ESCLUSIVA – Ferri: “Mi auguro che Conte vada all’Inter, ma Spalletti va difeso. Demolire San Siro? Sto male solo a pensarci”. E sul caso Icardi…

L'ex difensore ai microfoni di Passioneinter.com ha parlato di presente e futuro del club nerazzurro

Siamo appena entrati in una fase caldissima del campionato, quella in cui i primi verdetti inizieranno a prendere forma in maniera dirompente, segnando già buona parte dei progetti da parte delle società in vista della prossima annata. Il pareggio dell’Inter contro l’Atalanta della scorsa domenica, tiene ancora in bilico il terzo posto nerazzurro, nonostante i preziosissimi 5 punti di vantaggio rispetto al Milan quarto in classifica.

Di questo e tanto altro abbiamo parlato con l’ex difensore dell’Inter Riccardo Ferri, considerato una vera e propria bandiera del club da parte di tutto l’ambiente. Una carriera, la sua, colorata prevalentemente di nerazzurro, con annate memorabili ed una storica coppia difensiva composta con Beppe Bergomi che nostalgicamente viene ricordata tutt’oggi dai moltissimi tifosi che ebbero l’onore di beneficiarne. Ecco la lunga chiacchierata con Ferri che, dagli obiettivi stagionali della formazione ai futuri movimenti di mercato del club, ci ha offerto il suo brillante punto di vista.

Partiamo dall’ultimo turno. L’Inter vista contro l’Atalanta è sembrata una squadra in salute. Considerando la prestazione complessiva, il pareggio può andar tutto sommato bene, o pesa di più il rammarico per non aver sfruttato un’altra opportunità di classifica in virtù dei risultati dagli altri campi?
“Ho visto una buona partita, di una squadra che sapeva di affrontare una squadra ostica come l’Atalanta. Però ho visto una formazione ben disposta in campo dal punto di vista tattico e soprattutto mentale. Sto vedendo all’interno dello spogliatoio, nonostante quanto successo in precedenza, quella voglia di raggiungere l’obiettivo. Chiaro che se analizziamo il risultato non è positivo, ma l’espressione della gara è stata senz’altro stata ottima”. 

Tanti ex nerazzurri sono stati abbastanza duri nei confronti dell’atteggiamento avuto nelle scorse settimane da Icardi rispetto al gruppo interista. Credi che dopo il suo ritorno in squadra vi siano margini per ricucire il rapporto con l’intero ambiente, oppure a fine stagione dobbiamo aspettarci una cessione scontata?
“Non lo sa nessuno, possiamo ipotizzare ma è chiaro che è una spaccatura abbastanza forte e dolorosa che è costata molto soprattutto ai protagonisti. In primis alla società, che su Icardi puntava molto. Poi chiaramente allo spogliatoio: Spalletti ha dovuto far fronte ad una situazione imprevista. Ci sono cose che puoi prevedere in uno spogliatoio, come ad esempio i cali di tensione che riescono ad essere gestiti in poco tempo. Da quando sono nel mondo del calcio non mi ricordo di aver mai visto una cosa del genere. L’augurio che ci facciamo tutti è che si possa risanare, ma vedendo l’atteggiamento che reputo anche abbastanza coerente della curva, che rappresenta una grande fetta di quello stadio, la vedo una situazione difficile da affrontare. Da parte mia c’è speranza e spero che possa continuare ad essere un giocatore importante per l’Inter. In questa vicenda la parte della società è stata determinante, e mi riferisco soprattutto a Marotta che ha cercato di mediare una situazione inusuale. E’ stato molto bravo a cercare di far prevalere gli interessi comuni, non solo della società ma anche quelli dell’interessato. Un applauso va a lui a tutti quelli che hanno fatto sì che la situazione potesse rientrare.

Uno dei protagonisti di tutta questa vicenda è stato Luciano Spalletti. Molto spesso la stampa è stata ingenerosa nei suoi confronti, se consideriamo che è stato l’allenatore che ha riportato l’Inter in Champions League e che attualmente si ritrova con una squadra al terzo posto in classifica. Anche se viene dato per certo il suo addio a fine stagione, potrebbe invece meritare una riconferma?
“Di scontato nel calcio non c’è nulla. Il ruolo dell’allenatore è particolare e difficile, ormai devi diventare un buon comunicatore, un buon gestore, un equilibrista insomma. Penso che Spalletti abbia portato qualcosa di positivo e vada difeso fino alla fine, da parte del pubblico e della società. Pensare che abbia il posto assicurato? Non saprei dare con certezza una definizione. So di per certo che al momento sta facendo di tutto per onorare gli obiettivi. Poi ripeto, nel calcio abbiamo visto situazioni impensabili. L’importante adesso è che la squadra raggiunga gli obiettivi prefissati, magari con qualche giornata d’anticipo per consentire alla società di muoversi prima ed andare sul mercato per anticipare alcuni inserimenti”.

A proposito di mercato, come giudichi l’ingaggio ormai imminente di Diego Godin. E’ il segno che la società, prendendo uno dei centrali più forti al mondo, vuol fare uno step in avanti?
“Diciamo che in quel settore l’Inter, a mio avviso, ha i due centrali più forti in Europa. L’inserimento di Godin farebbe ancor di più alzare l’asticella. Pensare ad una difesa a tre con Godin, Skriniar e de Vrij, credo che sia qualcosa di altissimo spessore. Godin, al di là delle qualità tecniche e dell’inserimento nel campionato italiano, può portare tanta personalità, tanta esperienza, come sentiamo dire spesso. Ma una cosa che l’Inter deve cercare attraverso questo tipo di inserimenti nello spogliatoio, è il senso di appartenenza, l’attaccamento ai colori, questo sentimento di cui ha bisogno il club. Godin ovunque è andato ha sempre fatto bene, dalla Nazionale all’Atletico Madrid. Mi dà l’impressione che faccia molto spogliatoio. Lo dico per impressioni, dalle parole dei suoi compagni. Se succede qualcosa all’interno dello spogliatoio, è uno che mette gli interessi da parte e sta in prima fila. Può essere un giocatore che può iniziare a creare una solidità di gruppo”.

Parlando di difesa a tre: Conte eventualmente potrebbe essere l’uomo giusto per la panchina? Tenendo presente che non tutti i tifosi sarebbero pronti ad accoglierlo a braccia aperte…
“Conte è un professionista, ha dimostrato di aver sempre messo il suo marchio in qualsiasi posto. E’ una persona che stimo anche fuori dal campo. Come ho detto per Godin: Conte è un elemento che segna il proprio territorio, che dà un’identità alla squadra, che fa prevalere l’aspetto degli obiettivi comuni. E’ uno che bada al sodo, al lavoro, agli obiettivi individuali e collettivi. Non si fa intimorire, grande personalità e conoscenza internazionale. L’Inter deve pensare in grande, per questo è scontato il nome di Conte. Me lo auguro, perché lo stimo e per me sarebbe un piacere. Poi, se abbia avuto un passato alla Juventus o da qualche altra parte, sinceramente conta poco, quando sei un grandissimo professionista come lo è Conte.

Capitolo mercato: l’attuale rosa in quale ruolo avrebbe più necessità di essere rinforzata alla luce di quanto si è visto quest’anno?
“Marotta ed il suo staff hanno già fotografato la situazione. Servono innesti di grande personalità, per questo non mi soffermerei troppo sulle posizioni in campo. Giocatori di spessore internazionale, abituati a giocare partite importanti, a non farsi venire il ‘tremolio al braccino’. Giocatori che possano alzare il livello tecnico e di personalità di questa squadra. E’ indubbio che per competere con le altre grandi squadre in Champions servono questi calciatori. In passato si era parlato di Modric, ecco: penso a giocatori di questo livello. Se devi migliorare il centrocampo è inutile andare a comprare 2/3 giocatori. Va bene quelli di prospettiva, ma bisogna avere un profilo internazionale”.

Un’ultima domanda su una cosa che ti sta molto a cuore: il futuro di San Siro. E’ giusto percorrere la strada già segnata da altri top club europei e costruire un nuovo impianto – sacrificando il Meazza – oppure bisogna cercare di riammodernare l’attuale stadio, con tutte le difficoltà del caso, e preservare quello che nell’immaginario collettivo di molti tifosi è diventato un monumento imprescindibile del patrimonio calcistico?
“Sono molto sensibile a questa storia. San Siro è stata la mia casa per molti anni, un monumento importante anche a livello cittadino. Uno stadio che racchiude la storia delle due milanesi. Il pensiero di demolirlo mi fa stare male. ma è anche vero che se Inter e Milan vogliono fare un passo avanti, devono assolutamente avere uno stadio di proprietà. Non credo molto che lo stadio condiviso possa essere una soluzione importante per le due società. Alla fine penso che la demolizione di San Siro porterebbe un grandissimo disagio. Reputo la cosa più logica trovare un’area e dare la possibilità all’Inter di costruire il proprio stadio, e nel frattempo giocare a San Siro”.

LA REDAZIONE DI PASSIONEINTER.COM RINGRAZIA RICCARDO FERRI PER LA CORTESIA E DISPONIBILITÀ CONCESSA!

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