Esposito: “Scudetto con l’Inter? A volte ci penso, ma era giusto andare in prestito. Spero si riprenda Sensi, tra i più forti in Italia”
Il centravanti oggi a titolo temporaneo al Venezia è entrato nella NXGN di GoalIL SOGNO INTER
Seba, dal giocare con i tuoi coetanei al salto in Serie A con l’Inter. Adesso in Serie B stai notando molte differenze?
“Il divario tra Serie A e Serie B quest’anno non è tanto perché in B ci sono tanti giocatori di qualità, penso alla Reggina che lotta per salvarsi e ha gente come Denis, Menez… o il Lecce che ha praticamente la stessa squadra con cui l’anno scorso ha giocato in Serie A, pareggiando peraltro con noi dell’Inter. La differenza però comunque c’è perché non si può nascondere che in Serie A ci sono dei mostri, dei campioni di un altro livello e il fatto che ci siano questi fenomeni fa bene al calcio italiano, ma purtroppo ci sono pochi giovani italiani”.
Hai centrato subito il punto. Dati alla mano, all’estero hanno molto più coraggio nel lanciare un Ansu Fati, da noi è sempre più complicato. Ci arriveremo anche noi?
“Non lo so, ma speriamo di arrivarci, pian piano. Anche perché le società non fanno un dispetto ai giovani se non li fanno giocare, ma fanno un dispetto a loro stesse e alla Nazionale. Spero però che ci arriveremo, noi giovani lavoriamo sempre tutti i giorni ma non sempre tutti hanno un’occasione. Nelle ultime stagioni di sicuro ci sono stati dei miglioramenti rispetto alle precedenti, ci sono stati più esordi, ma siamo indietro rispetto all’estero dove alla mia età i giocatori hanno già 100 presenze tra i professionisti”.
Tu la tua occasione l’hai avuta e l’hai sfruttata benissimo. Conte ti lancia in campo dall’inizio a San Siro, contro il Genoa, in tandem con Lukaku e tu non solo giochi un’ottima gara, ma realizzi anche il tuo primo goal, trasformando un calcio di rigore a partita tutt’altro che chiusa, sul punteggio di 2-0 al 64′. Ti ha emozionato di più vedere Romelu consegnarti il pallone o sentire il pubblico che gli chiedeva a gran voce di farlo?
“Eh, scelta difficile. Entrambe. Ti dico entrambe. È stata una riconoscenza nei miei confronti sia del pubblico che poi di Romelu. Io, un ragazzino di 17 anni, che viene acclamato dal pubblico per tirare il rigore, al quale viene passata la palla da uno degli attaccanti più forti al Mondo: penso sia un’emozione unica. Non riesco a spiegare quell’emozione, in quel momento non riuscivo a pensare e ho avuto l’incoscienza dalla mia parte: se dovessi calciare quel rigore adesso che sono un po’ più cosciente, non ti nascondo che ci penserei dieci volte in più”.
Con Lukaku hai conservato un ottimo rapporto, so che vi sentite ancora. Gli hai chiesto qualche consiglio per questa tua annata difficile?
“Sì, anche se lui le difficoltà che ho avuto io quest’anno non le ha mai avute, in primis perché è un campione e poi è cresciuto all’estero dove non si fanno troppi problemi con i giovani, però sì mi ha sempre dato molti consigli anche fuori dal campo, ci scriviamo spesso. Ma ad esempio anche il bomber che abbiamo in squadra, Forte, mi ha dato un sacco di consigli perché lui queste cose le ha già passate. Ha fatto il mio stesso settore giovanile, ha giocato in Coppa Italia con l’Inter, è tornato in Serie C, in B, poi all’estero… So che non sono il primo né sarò l’ultimo a scendere in B dopo aver giocato in Serie A, ma io voglio tornare da dove sono partito, anche se so che è difficile”.
Un tatuaggio che hai sul braccio destro recita “Ama il tuo sogno anche se ti tormenta”. Riferendoti a quel sogno lo avevi fatto e qual è il sogno che ti tormenta, adesso?
“Il tatuaggio l’ho fatto circa a 16 anni, poi il mese dopo ho fatto il mio esordio. Il sogno era quello di diventare un calciatore professionista… quindi subito realizzato. Di sicuro non mi aspettavo di fare tutte le belle cose che ho fatto con l’Inter. Il sogno che ho adesso è il contrario: non pensavo di avere tutte queste difficoltà e adesso sogno di superarle e tornare dove tutto è partito. So però che sono difficoltà che fanno parte del percorso, io ho fatto tutto molto presto e quindi anche le difficoltà ovviamente sono arrivate molto presto”.
Nonostante le difficoltà, però, a Ferrara ti sei tolto la soddisfazione di giocare insieme a tuo fratello Salvatore…
“Beh, di giocare poco, diciamo che ci siamo allenati insieme… A parte gli scherzi anche quella è stata un’esperienza bellissima, anche se in campo non sembravamo affatto fratelli dato che ci insultavamo perché fa parte del gioco, è un lavoro ed è giusto così”.