Fair Play Finanziario e Governo cinese bloccano il mercato in entrata dell’Inter
I tifosi nerazzurri si aspettavano tutto un altro tipo di mercato questa estateChe la data segnata in rosso su tutti i calendari dei tifosi interisti fosse il 30 giugno, questa estate, non è un segreto. E non è nemmeno poi tanto segreto che la delusione, seppur lieve, negli stessi tifosi ha cominciato a serpeggiare ormai da tempo una volta constatata la reale portata del mercato dell’Inter. C’era chi nonostante le smentite di Walter Sabatini si aspettava un colpaccio alla Angel Di Maria dovendosi poi accontentare di profili meno mediatici come Joao Cancelo e Dalbert. Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport arrivano i motivi per cui la dirigenza nerazzurra ha adottato questa linea di azione: le nuove direttive provenienti dalla Cina rivolte verso gli investitori nel calcio europeo hanno infatti frenato i sogni di gloria di Suning, “costretta” quindi al doversi autofinanziare il mercato estivo da qui alla chiusura per non uscire dai paletti imposti dalla UEFA e dal Fair Play Finanziario in ottica bilancio 2018. Difficile dunque vedere arrivare a Milano Patrik Schick, perché l’operazione da più di 30 milioni sarebbe un esborso troppo forte per la dirigenza interista, mentre la pista Mangala del Manchester City potrebbe chiudersi con il francese a Milano in prestito. Difficili anche le operazioni in uscita: Jovetic ha rifiutato il Brighton che si era spinto fino a 16 milioni per il cartellino, mentre per Ansaldi e Ranocchia sono forti gli interessamenti rispettivamente di Genoa e di alcuni club di Premier League. Zero offerte per Brozovic, che difficilmente potrà andare alla Juventus in cambio di Stefano Sturaro, mentre Gabigol entra nell’orbita del Benfica.
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