É arrivato il nuovo Fair Play Finanziario che prenderà il nome di “Regolamento per Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria”. Il presidente del UEFA, Aleksander Ceferin, ha annunciato le nuove norme in conferenza stampa: “L’obiettivo è raggiungere la sostenibilità finanziaria attraverso tre punti: solvibilità, stabilità e controllo dei costi”.
BASTA DEBITI SCADUTI
I tre punti citati dal presidente del UEFA riassumono bene le nuove norme. Partiamo dal primo: la solvibilità, cioè la capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti: “La nuova regola sull’assenza di debiti scaduti garantirà una migliore tutela dei creditori. I controlli saranno effettuati ogni trimestre e ci sarà una minore tolleranza verso chi ritarderà”. Come spiega CalcioeFinanza, lo schema sarà questo: tutti i debiti verso squadre di calcio, dipendenti, autorità sociali/fiscali e UEFA in scadenza entro il 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre dovranno essere saldati da un club rispettivamente entro il 15 luglio, 15 ottobre e 15 gennaio.
IL PAREGGIO DI BILANCIO
La perdita accettabile è passata da 30 milioni di euro in tre anni a 60 milioni di euro in tre anni. La deviazione accettabile può essere ulteriormente aumentata oltre i 60 milioni di euro fino a un massimo di 10 milioni di euro per ciascun periodo di riferimento nel periodo di monitoraggio per i club che mostrano una buona salute finanziaria. Tutte le perdite dovranno essere coperte da equity. Inoltre, il calcolo non avverrà più sul bilancio della stagione, ma sull’anno solare.
IL TETTO AI COSTI DELLA SQUADRA
Questa è la regola più importante introdotta nel nuovo FPF. La regola di controllo dei costi limita la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club. Ci sarà però un’introduzione graduale di tale regola. Il 70% entrerà a regime nel 2025, con una progressione: 90% per il 2023-24, 80% per il 2024-25 e 70% per il 2025-26.
“I club italiani avranno da lavorare di più rispetto alle squadre degli altri paesi per rientrare nei paletti delle nuove regole economico-finanziarie dell’UEFA. E lo dovranno fare da subito”. Parole di Andrea Traverso, Director Financial Sustainability and Research dell’UEFA.
Il primo punto è che, quindi, il nuovo FPF sarà un problema per i club italiani visto che l’UEFA richiederà il pareggio dei conti, come detto anche da Traverso. Si creerà, molto probabilmente, ancora più gap tra le squadre italiane e quelle estere (soprattutto i club inglesi) con fatturati maggiori (e quindi con il relativo 70% inevitabilmente più alto).
Il secondo punto è che l’Inter dovrà necessariamente, così come il resto dei club italiani, abbassare il monte ingaggi visto il tetto ai costi squadra. Ci sarà, inoltre, il bisogno di aumentare i ricavi il prima possibile: da qui passa la questione stadio inevitabilmente. In generale, ci sarà un’estrema attenzione sul mercato che porterà l’Inter a non effettuare nessun tipo di operazione avventata. Le norme, infatti, saranno molto più stringenti.
Facendo un rapido passaggio ai conti attuali, dove il costo squadra si aggira sui 280 milioni di euro (più il peso dei rinnovi) e ricavi dovrebbero essere vicino ai 400 milioni di euro, per il primo anno (relativo, appunto, al tetto dei costi squadra) l’Inter rientrerebbe in regola. Anche se l’ipotetico rosso di 100 milioni di euro costringerà il club nerazzurro a tornare all’attivo per i prossimi bilanci.
Per quello che riguarda i debiti scaduti, invece, l’Inter non ne ha.
Le nuove regole entreranno “in scena” con queste tempistiche:
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