Fascetti: “Conte? Già a 17 anni aveva le idee chiare. E’ troppo intrasigente, ma alla lunga non è un difetto”
L'ex allenatore ha lanciato da giovane l'attuale tecnico interistaSe la carriera di Antonio Conte, sia da calciatore che da allenatore, si è svolta sino a questo momento sempre ad altissimi livelli, una piccola parte del merito va attribuita anche al tecnico che lo lanciò all’età di 17 al Lecce: Eugenio Fascetti. Intervistato ai microfoni di calciomercato.com, nel giorno in cui Conte debutta ufficialmente in campionato sulla panchina dell’Inter, l’ex allenatore ha raccontato gli inizi del leccese, che già all’epoca dimostrava un carattere molto forte ed una leadership fuori dal comune. Ecco l’intervista completa:
Che rapporto avevate?
“Ottimo. Non aveva neanche 17 anni ma già le idee chiare: voleva diventare a tutti i costi un calciatore ad alti livelli. Era determinato già all’epoca, un bel comandante. Faceva parte degli Allievi, metà ragazzi di quella squadra poi sono finiti in Serie A”.
Cosa vedeva in quel ragazzo che gli altri non avevano?
“Si allenava dando sempre il massimo, a un certo punto ho capito che era arrivano il momento giusto di dargli una chance e ho deciso di lanciarlo”.
Se l’aspettava di vederlo in panchina in giacca e cravatta?
“Aveva le caratteristiche per diventare allenatore, era un leader”.
Gli ha dato qualche consiglio all’inizio della carriera da allenatore?
“No, ogni volta che parlavamo ho evitato di entrare in aspetti tecnici. E’ giusto che ogni allenatori abbia le sue idee e i suoi metodi di lavoro”.
Conte l’ha definita uno dei suoi maestri. Cosa ha preso da lei?
“Il fatto di dire le cose in faccia. Io sono una persona schietta e non ho paura a dire le cose, non ho mai nascosto nulla ai miei giocatori. E così è anche Antonio”.
Il ricordo più bello?
“Sicuramente quando l’ho fatto debuttare in Serie A. Giocavamo in casa contro il Pisa, posso dire di essere stato io a dargli la prima occasione di dimostrare quanto valeva”.
Un difetto di Conte?
“E’ troppo instransigente. Che poi, alla lunga, non è proprio un difetto. Fa bene ad esserlo, perché altrimenti i giocatori se ne approfittano”.
L’ultima volta che vi siete sentiti?
“Un paio d’anni fa, quando era ancora allenatore del Chelsea”.
Come la vede la sua Inter?
“Vediamo come finiscono il mercato, è ancora un cantiere aperto. Può fare sicuramente meglio dell’anno scorso. Se poi dovesse vincere lo scudetto mi farebbe un doppio regalo: da una parte perché sono interista, dall’altra perché sarei soddisfatto di vederlo vincere”.
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