Focus – Ansia da prestazione
Nel calcio come nella vita spesso capita di trovarsi nella situazione di dover necessariamente fare i conti col passato o meglio con chi nel passato occupava il tuo posto. Fuor di metafora intendiamo riferirci a Josè Mourinho e Andrea Stramaccioni ovvero il passato glorioso e la speranza presente, la storia del Triplete e il sogno del “nuovo corso” , il “romanaccio” predestinato e il “Vate” di Setubal. Niente di più stressante per il buon Andrea dover sentire ogni giorno e ad ogni ora la solfa del paragone, della media punti, dei moduli e della personalità. TATTICA– Strama e Mou hanno un’idea del calcio non dissimile, basata sul concetto di “elasticità” tattica, lontana da Dogmi indiscutibili e rigidità dei movimenti, tendono entrambi a sottolineare maggiormente le peculiarità del singolo mettendo la squadra nella condizione di girare proprio in funzione di questo. Al primo anno in nerazzurro, Mou ha spesso impostato la squadra secondo un canonico 4-3-1-2, molto compatto dietro e un centrocampo votato più all’interdizione che alla proposizione, puntando sui lanci lunghi per Ibra per far salire i suoi. Strama ha accantonato da subito l’idea del secondo Mou, ovvero un fantasioso ma poco rassicurante 4-2-3-1 per rifugiarsi nel modulo del portoghese prima maniera, con una differenza molto evidente ossia la ricerca del fraseggio basso e la verticalizzazione repentina negli ultimi trenta metri, avvicinando Cassano e Sneijder per poter ottenere uno due rapidi e imbeccare Milito. La migliore organizzazione difensiva dell’Inter di Mou, realizzata grazie ad un centrocampo più roccioso, permetteva spesso alla squadra di potersi affidare al solo Ibrahimovic in fase offensiva e quindi di ridurre i rischi per il pacchetto arretrato. I nerazzurri oggi soffrono spesso le ripartenze rapide e non possono contare su un Maicon sontuoso, e questa per Strama non può essere considerata una mancanza da poco. PERSONALITA’-O meglio il carisma, inteso come capacità di trasmettere le proprie idee e renderle le uniche valide per tutti. Il portoghese della motivazione del gruppo e della conseguente coesione ha fatto un vero proprio marchio di fabbrica, riuscendo nell’impresa di tirar fuori il meglio dai suoi giocatori, rendendo credibile la definizione di “dare il 101%”. Non ha lo stesso potere carismatico Stramaccioni e non potrebbe essere altrimenti. Catapultato dalla “Next Generation” al calcio “dei grandi” in una notte, ha dimostrato di avere le spalle larghe ma di dover ancora lavorare tanto su questo aspetto. Il carisma lo fa la storia e Andrea è solo alla prima tappa, diamo tempo al tempo. COMUNICAZIONE– “Come ci attavoliamo, simpatici contro antipatici?”. Questa battuta tratta da una commedia anni ’80 all’italiana avrebbe messo i nostri protagonisti l’uno di fronte all’altro. Strama attira spesso la simpatia anche degli organi d’informazione, fatta eccezione per qualche sporadico episodio nel quale è apparso simile, per mimica facciale e tono, all’antipatico per eccellenza: Josè Mourinho. Il tecnico delle merengues è volutamente eccessivo, fastidiosamente irritante per i suoi avversari, idolatrato dai suoi, l’inventore del “tutti contro di noi”, del gesto delle “manette”, del “chiuderà la stagione con zeru tituli…” Ammettere la grandezza di Mou non può e non deve essere per l’attuale tecnico nerazzurro un motivo di confronto ma solo di stimolo e lo stesso vale per chi l’Inter e i suoi colori li ama. Gli altri ci marciano.