FOCUS – Ça va sans dire: la Francia, i santi in paradiso ed i sorteggi
di Fulvio Santucci.
Les jeux sont faits senza troppi coups de théâtres. Il nostro omaggio all’idioma d’oltralpe è doverosa premessa in un sorteggio che ci ricorderemo soprattutto per la bonne chance che il fato o chi per esso ha riservato ai nostri vicini di casa, solo un mese fa dati per morti con una possibile resurrezione ad ostacoli ed ora inserita in uno dei tre gironi più semplici del Mondiale carioca, come se nulla fosse successo. Perchè qualcosa di quantomeno contorto in realtà era accaduto sulla strada verso le urne che cambiano la storia di una rappresentativa nazionale: l’assegnazione delle fasce di sorteggio, raggruppate su base geografica ad eccezione delle teste di serie, presentava un posto di troppo tra le squadre del vecchio continente, ai nastri di partenza in nove con otto palline a disposizione nella scodella più attenzionata del mondo pallonaro. Il posto vacante nell’urna composta dalle due sudamericane non teste di serie (Cile ed Ecuador) e dalle cinque africane, secondo la logica dei sorteggi basata sul ranking Uefa sarebbe dovuto essere assegnato alla nazionale peggio piazzata nel ranking tra le europee, ma così non è stato: pre-sorteggio democratico per mano di Zinedine Zidane e tutti sistemati.
Tutti o qualcuno, perchè dalla mano dell’ex Juventus e Real non sono stati estratti i propri connazionali e nemmeno una Bosnia o una Grecia qualsiasi. Dalla mano di Zizou è comparsa quell’Italia che aveva incrociato direttamente per l’ultima volta in una sera d’estate del 2006 in cui vide le maglie azzurre riflesse in una coppa che il “giustiziere” del nostro Marco Materazzi stava per abbandonare assieme a tutta la Francia. Facendo i classici conti della serva, dunque, la Francia è partita al sorteggio vero e proprio alle stesse condizioni dell’Olanda finalista all’ultima edizione e addirittura con un vantaggio in più sull’Italia finalista all’ultimo Europeo e semifinalista della Conf Cup, che rimane pur sempre una competizione Fifa. Qualche minuto più avanti la vedremo inserita assieme alla Svizzera in un girone con la poco più che cenerentola Honduras e con un Ecuador lontano dalla sua miglior versione: sembrerebbe proprio una Tarte Tatin variegata cioccolato servita su un piatto d’argento, rappresentato da uno dei pochi gironi mondiali che avranno come palcoscenico città a distanze non siderali tra di loro e climaticamente accettabili, come prontamente sottolineato da un Didier Deschamps nella sua versione più sfrontata. Volendo mettere i punti sulle I, i francesi hanno evitato persino di avere un’africana da affrontare, pratica che non ha portato granchè bene ai Bleus nel 2002 (Senegal) e nel 2010(Sudafrica), con eliminazione al primo turno. Il pensiero che ci rimane, come tifosi e come italiani, è sostanzialmente uniforme: citando un noto statista di casa nostra, “a pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si azzecca” mentre in Francia quel “Chapeau” che L’Equipe titolò nel momento in cui fu chiarita la questione pre-sorteggio sa tanto di profetico Noblesse Oblige verso qualche santo in paradiso che sembra apprezzare parecchio volgere lo sguardo verso la Tour Eiffel quando il gioco si fa duro. Tutto il resto, per rimanere in tema di presunta egalité, ça va sans dire.
Con un’Italia in cui l’unico possibile protagonista nerazzurro, Andrea Ranocchia, sembra più lontano dal guadagnarsi il precetto iridato ci saranno l’Uruguay di Alvaro Pereira e l’Inghilterra di Roy Hodgson, con il Costa Rica possibile comparsa con licenza di sorprendere, mentre la Spagna non avrà vita facile ritrovando l’Olanda dei dolci ricordi di Campeones e dovendosela vedere con Cile ed Australia. Compito arduo per Mateo Kovacic e la sua Croazia: senza la punta di diamante Mandzukic, squalificato per due giornate e quindi possibile grande assente della rassegna, Messico e Camerun sembrano montagne più ripide per non parlare dell’Everest Brasile. C’è un derby nerazzurro in Brasile: lo porteranno in scena Guarin e Nagatomo che si affronteranno nello stesso raggruppamento, completato dalla Costa D’Avorio guidata dall’ex nerazzurro Sabri Lamouchi e dalla Grecia. Lo stesso Guarin non potrà incrociare gli ellenici vista la squalifica di una giornata che deve ancora scontare. Poteva andare molto peggio anche all’Algeria di Belfodil e Taider: Belgio, Corea del Sud e Russia sono compagini temibili ma non il peggio che l’urna aveva da offrire. Di tutt’altro tenore la strada del Portogallo in cui tenterà di trovare un posto last-minute Rolando: con Germania, Ghana e Stati Uniti in Brasile farà parecchio caldo per il difensore nerazzurro e compagni, Cristiano Ronaldo su tutti. Infine l’Argentina, dove sarà schierata la colonia più folta tra i nerazzurri attualmente in rosa: con Campagnaro, Palacio ed Alvarez certi del posto salvo intoppi sfortunati, il gruppo con Bosnia, Iran e Nigeria può spronare anche un Mauro Icardi in tutt’altre faccende affaccendato, per aiutare la sua nazionale alla conquista di un titolo lontano ormai 28 anni.