FOCUS – Campionati paralleli
di Michele Femminella.
La metà del girone d?andata è stata da poco superata e le prime analisi sull’andamento della stagione attuale e delle sue squadre protagoniste iniziano ad assumere fattezze più distinte.
Come ogni annata calcistica che si rispetti, soprattutto all’inizio di essa, non sono mancate le sorprese, che quest?anno prendono i nomi di Roma e Verona. La squadra di Garcia le ha vinte tutte fin qui e dunque basterebbe questo a spiegare la bontà del lavoro svolto dal tecnico francese nella capitale, eppure il dato che forse fa strabuzzare di più gli occhi è quell’ ?1? alla voce gol subìti, la vera chiave di lettura dei successi del giallorossi fin qui, squadra non spettacolare ma cinica e solidissima, l’identikit insomma di chi di solito vince nel campionato italiano. Il Verona di Mandorlini, invece, si ritrova dopo dieci giornate con gli stessi punti dell’Inter che è vero per i nerazzurri son forse meno dei previsti, ma bastano a garantire ai veneti un ottimo quarto posto, un sogno ad occhi aperti per chi l’anno scorso calcava i campi della Serie B.
Ma analisi sulle singole squadre a parte, ciò che si è delineato fin qui nella classifica della Serie A, è una prematura spaccatura del campionato in almeno tre ?blocchi? diversi: quello di testa con le ?solite? Juventus e Napoli più la sorprendente Roma, quello di coda che mai come quest?anno pare essere composito ed equilibrato con quasi mezza Serie A pronta a darsi battaglia probabilmente fino alla fine della stagione per raggiungere una complessa salvezza, e poi il gruppo delle aspiranti squadre da Europa di ?seconda classe?, quella in cui naviga attualmente l’Inter.
Ecco, l’Inter per l’appunto. Al di là delle belle speranze e dei soliti refrain del tipo ?la stagione è ancora lunga?, appare chiaro quale sia la sezione di classifica che spetta ai nerazzurri in questa stagione. Il trittico che comanda il campionato e che probabilmente se lo giocherà fino in fondo è già ora irraggiungibile, tanto nei punti quanto nelle ?sensazioni? che le prime tre della classe danno rispetto alla stessa Inter e alle altre ipotetiche inseguitrici. D?altronde la Beneamata viene fuori da un?annata disastrosa e, a differenza della Roma vista fin qui, non sta vivendo una specie di rinascita miracolosa, ma una lenta e graduale crescita che probabilmente porterà a delle soddisfazioni, ma non di certo nell’immediato futuro.
L’Inter dunque è alle prese col suo campionato, quello che potrebbe riportarla a calcare i campi di calcio europei, seppur meno blasonati, e nel suo campionato è prima ed ha tutte le carte in regola per continuare ad esserlo. Da questo relativistico punto di vista la situazione nerazzurra pare essere tutto sommato buona e l’andamento tenuto fin qui dagli uomini di Mazzarri soddisfacente; ma tutto ciò non deve sembrare un mero ?contentino?, una serena rassegnazione ad un?altra stagione senza tituli (ma attenzione alla Coppa Italia?) bensì solo una fredda ventata di realismo sull’Inter di oggi e sul progetto che sta crescendo attorno ad essa.
Accostare l’Inter alla parola scudetto, d’altra parte, avrebbe avuto senso se davanti ci fossero state squadre zoppicanti, non corazzate che in dieci gare hanno già fatto il vuoto dietro di sé; accostare l’Inter alla parola scudetto aveva forse un senso quando la stagione era appena iniziata e pareva che oltre alla Roma, l’altra squadra dalle mura invalicabili potesse essere proprio quella di Mazzarri, prima di scoprire che le crepe nella difesa, seppur meno inquietanti di quelle del recente passato, l’Inter le conserva ancora adesso e basti pensare che non a caso, con gli stessi gol all’attivo della capolista, si ritrova rispetto a quest?ultima già ora undici punti dietro.
Ma a prescindere dalle motivazioni tecniche e tattiche che hanno portato via punti pesanti all’Inter fin qui, costringendola a giocare il suo campionato parallelo, appare inevitabile inquadrare la squadra nerazzurra nel rango non esageratamente entusiasmante che in questo momento le tocca, confidando nel prossimo futuro e nelle novità societarie per tornare a vedere e sperare in una nuova Grande Inter. Nel frattempo per evitare fraintendimenti, cocenti delusioni e poco sensati anatemi a società, allenatore e giocatori, al popolo nerazzurro non resta che godersi con lucido realismo il suo campionato, in cui l’Inter è in testa, ha numeri, qualità e orgoglio per restarci e perché no, togliersi anche qualche bella soddisfazione e prenotarsi a un presto ritorno nelle parti alte della classifica, mettendo magari sin da ora qualche sgambetto a chi sta uno o due gradini più in alto.