FOCUS – Contro il record di rigori per il terzo posto
Palla sul dischetto, Julio Cesar o Castellazzi pronti ad intervenire, fischio e tiro: una scena vista e rivista quest?anno in casa nerazzurra. Le proteste veementi dei giocatori, l’arbitro impassibile, il portiere pronto a scattare ed il mormorio nervoso del pubblico a fare da colonna sonora agli ultimi attimi concitati prima che si scateni il duello dagli undici metri: un rito che ormai il tifoso interista conosce più che bene.
Da Novara a Catania passando per Bologna e Bergamo, dalle sfide casalinghe con Genoa e Napoli fino ad arrivare alla trasferta di domenica scorsa a Firenze. Cambiano le partite e gli avversari, passano le giornate, ma resta un particolare ad accomunare il tutto: in ognuno di questi incontri è stato concesso almeno un rigore contro l’Inter.
34 giornate di campionato e 10 rigori a sfavore. Uno score decisamente poco invidiabile quello che permette ai nerazzurri di infrangere il record che resisteva dalla stagione 1985/1986 (9 le massime punizioni subite in quel campionato) e che ha sollevato numerosi dubbi, polemiche e dibattiti.
Sono tante le posizioni prese dai tifosi interisti: c’è chi ritiene che la colpa risieda tutta in una difesa ballerina che concede troppe occasioni agli avversari, chi grida allo scandalo parlando di una nuova ?Calciopoli? e chi ironicamente dice di puntare al record assoluto di rigori a sfavore detenuto da Bari e Reggiana che in passato si fermarono a quota 13. Si potranno non condividere, giudicare estremiste o inopportune, ma tutte queste idee hanno una base di fondatezza più o meno solida. Ovviamente la difesa e l’atteggiamente difensivo complessivo sono spesso una grave falla del sistema Inter e, stando alla legge dei grandi numeri, concedendo tante possibilità all’altra squadra di entrare in area, prima o poi si rischia di provocare un fallo. Ma poi i giornali ti fanno notare che l’Inter è la squadra che ha subito più rigori contro in questa stagione mentre altre società che di rumore mediatico ne fanno tanto sono ferme a quote ben più basse in questa speciale classifica (Milan e Napoli 1, Juventus 3). La domanda sorge spontanea: come mai? Capitolo record storico: in fondo non è così distante e visto che da qui alla fine del campionato i nerazzurri affronteranno squadre che sul dischetto si presentano spesso (Cesena, Parma, Lazio e Milan soprattutto), pensare di batterlo non è un?utopia.
Un campionato travagliato e molto al di sotto delle aspettative quello che stiamo vivendo, che chiaramente non può trovare giustificazione nelle decisioni arbitrali, ma tra chi non perde occasione per criticare i fischietti italiani per un errore commesso molto tempo fa e chi invoca l’assegnazione di un tiro dal dischetto giustificandosi che non ne ha ancora beneficiato, spicca il silenzio assordante nerazzurro. Un silenzio che fino a poco tempo fa sapeva tanto di rassegnazione.
Rassegnazione che però non trova spazio in campo e lo dimostrano i 4 rigori parati, il ritornato entusiasmo e quel terzo posto ora distante solo 3 punti. 3 punti che invitano ad immaginare scenari che qualche mese fa sembravano impensabili. 3 punti che chiedono un ultimo grande sforzo per raggiungere l’obiettivo. 3 punti che obbligano a crederci!