FOCUS – Distanze colmabili
Il pessimismo cosmico in cui è storicamente attanagliata buona parte della tifoseria nerazzurra imporrebbe analisi e valutazioni sulla nuova Inter mazzarriana votate quantomeno a una forte cautela negli elogi al nuovo corso, a un entusiasmo castrato e quasi taciuto.
La nuova Inter, però, a dispetto di tutto sembra essere nuova davvero: nuova mentalità, nuovo gioco, nuovi moduli, nuovi o rinnovati giocatori, e tutto questo grazie al nuovo allenatore, probabilmente l’uomo giusto al momento giusto, il duro e carismatico Mazzarri dopo anni improduttivi sotto l’insegna di allenatori troppo soft nell’approccio a una squadra e a un ambiente che necessitano di essere domati, dominati.
Scaramanzia e inaspettate quanto temibili brutte sorprese a parte, l’Inter 2013/2014 ha in mano carte che se spese bene possono farla restare incollata al tavolo da gioco fino in fondo, che se spese benissimo, possono rappresentare l’inaspettata vittoria di un?outsider.
Mazzarri, si diceva, ha portato all’Inter innanzitutto nuova energia mentale: il campo è testimone di una squadra che ora lotta e combatte (spesso e volentieri in maniera pure ordinata!) dal primo all’ultimo minuto; di una squadra che evidentemente è tornata a pensare da grande se è vero che non si fa prendere dal panico o si demoralizza quando il gol non arriva come contro il Genoa, o se è altrettanto vero che riesce ad ammazzare senza troppi patemi d?animo le gare in cui le cose vanno per il meglio, come contro il Catania.
Mazzarri, si diceva, è addirittura riuscito a resuscitare gente che pareva destinata all’oblio più assoluto, Jonathan e Alvarez su tutti, quasi costruendoseli in casa quei giocatori tanto richiesti sul mercato ma mai arrivati.
L’Inter, dunque, quest?anno pare essere sul pezzo, pare essere di nuovo una vera squadra, un vero gruppo, con lacune e problemi ancora da risolvere, questo sì, ma che finalmente dà la sensazione di poter spostare un po’ più avanti i propri limiti, di poter far fronte alle insidie che l’attuale stagione calcistica le parerà innanzi.
E a proposito di insidie, la prima, vera, grande prova di forza dell’annata porta il nome e si veste dei colori meno amati dal popolo nerazzurro: quelli della Juventus. Il derby d?Italia alla terza giornata di campionato ha un po’ il sapore di una torta Sacher dopo un antipasto all’italiana: quantomeno strano, certamente precoce. E di certo sarà difficile trarre spunti particolarmente probanti da una confronto che arriva così presto nel calendario di entrambe le formazioni, penalizzando forse proprio l’Inter, squadra in piena ricostruzione, più che la Juve, già ampiamente rodata e collaudata.
Qualcuno potrebbe sentire puzza di quella fastidiosa operazione di ?mettere le mani avanti?, eppure non lo si scopre oggi, o non lo si scoprirà sabato prossimo che la Juventus è ancora un gradino al di sopra dell’Inter. Ma questa presa d?atto lungi dall’essere una rassegnazione al peggio, vuole essere un monito a chi basa o baserà le proprie convinzioni sulle possibilità dell’Inter di portare a casa una buona stagione dall’esito del big match contro i bianconeri: non è infatti dalla sfida contro gli uomini di Conte che potrà basarsi una valutazione il più possibile equa di un lavoro ancora in itinere portato avanti da Walter Mazzarri; non è dalla gara contro i bianconeri che si potrà sentenziare sul posto in classifica che spetterà all’Inter.
Quella contro la Juventus è una gara a sé a prescindere, aperta sempre e comunque a qualsiasi risultato. Quella contro la Juventus è pur sempre UNA gara. I campionati postivi, quelli addirittura vincenti, più che sugli ?scontri diretti? (sperando che a posteriori quello contro la Juventus possa essere considerato tale) si basano sulla continuità dei risultati, sulla capacità di una squadra di vincere non contro tutte le avversarie ma contro la maggioranza di esse. La stessa Juventus nella passata stagione vinse lo scudetto dopo un?annata certamente non esaltante relativamente alle sfide contro le altre ?Big? del campionato.
La gara di sabato prossimo contro la Juventus potrà essere indicativa per capire quanta distanza c’è ancora tra nerazzurri e bianconeri, ma non sarà certo una sentenza, né in positivo, né malauguratamente in negativo. La distanza tra le due squadre non la colma infatti una partita secca, per quanto sentita questa possa essere. Le distanze si colmano un po’ alla volta, silenziosamente, lavorando e perché no, pure sbagliando.
L’Inter quest?anno può avere in mente e nelle gambe solo l’Italia, l’Inter quest?anno ha nella mente e nelle gambe lo spirito e l’energia del suo nuovo allenatore. Sono queste le armi da sfruttare, ciò che conta per avvicinarsi di nuovo alla vetta, e chissà, magari piantarci sopra una bella bandiera dalle tinte nerazzurre.