FOCUS – E’ ora di rischiare
Un modulo consolidato in un’idea di gioco che il mister Walter Mazzarri predilige ormai da tempo, la difesa a tre come punto fermo e indiscutibile, il gioco sulle fasce come chiave per scardinare e allargare le difese avversarie, i frutti che cominciano subito a vedersi nel giardino nerazzurro, all’inizio forti, maturi e vigorosi, poi pian piano un pò più opachi. Un equilibrio inossidabile che entra in crisi così all’improvviso, con la momentanea assenza di quello che, ormai si è compreso, è il tronco dell’albero nerazzurro, Hugo Campagnaro, i frutti che cominciano a barcollare paurosamente, il “baby” Juan che perde il proprio punto di riferimento e il “meno baby” Ranocchia che evidenzia ancora una volta inquietanti difetti di personalità. Le ali volano con meno efficienza e l’aereo nerazzurro, dopo un decollo prepotente e imperioso, vola più basso, insidiato da qualche avaria (gli infortuni e la sfortuna) che lo fa barcollare.
E’ ora di rischiare! Per alcuni motivi, perchè quando il cammino è ostacolato da un qualcuno o un qualcosa arriva il momento in cui devi inventarti qualcosa e devi metterti ancora più in gioco:
1) In questa prima fase di stagione, spesso, chi è subentrato a partita in corso è stato decisivo e si è contraddistinto per personalità, goal e intraprendenza. Due nomi su tutti: Belfodil e Icardi, il primo decisivo contro il Toro con il suo cambio di marcia e le sue giocate a spaccare la difesa, il secondo decisivo ad esempio contro la Juventus, con un’ottima media gol rispetto ai minuti giocati e in rampa di lancia per un futuro che lo ha visto fresco convocato in Nazionale argentina.
2) E’ la prima stagione dopo il clamoroso flop dell’anno scorso, le ambizioni sono inevitabilmente alte perchè si parla sempre di Inter ma la la squadra nerazzurra, può (fino ad un certo punto) permettersi di vivere una stagione di transizione, dove gettare le basi per un futuro più roseo e dove lanciare i suoi giovani più promettenti per ambire a posizioni sempre più alte in classifica.
3) Lanciare un giovane è una scelta coraggiosa in un mondo dove conta solo il risultato, peraltro da ottenere nell’immediato, dove serve gente che faccia subito la differenza, tuttavia a volte l’attesa non è poi così lunga, c’è un rischio che viene ricompensato subito, un rischio calcolato perchè non si mettono in mostra giovani allo sbaraglio ma giocatori con una discreta esperienza in serie A. Un esempio su tutti, quello di Juan Jesus, lanciato l’anno scorso, dall’oggi al domani, senza alcuna esperienza e da subito titolare quasi inamovibile. Allora perchè non rischiare con Kovacic, Icardi e Belfodil’ A Juan Jesus è stato concesso di sbagliare qualche volta, perchè non aspettare, pazientare e concedere anche qualche giorno a vuoto a gente che ha un indubbio talento?
4) Bisogna “educare” il pubblico nerazzurro, spesso troppo impaziente con i giovani, ci sono palcoscenici europei dove i sostenitori hanno aspettato, sostenuto e poi si sono goduti dei campioncini che ora li fanno sognare, bisogna sostenere anche nelle difficoltà e negli errori perchè si parla di giocatori alle prime volte a San Siro.
5) Rischiare non significa mettere in disparte i “vecchietti”, gente come Palacio, Zanetti e Milito non si discute, ma rischiare significa che insieme a Rodrigo, specie nelle partite in casa, e in attesa di Diego, si può pensare di inserire un Belfodil o un Icardi, il primo si è ripreso alla grande dopo una preparazione condizionata dal Ramadan, il secondo ha già dimostrato di essere un killer da aria di rigore.
E’ ora di rischiare, insomma, solo così la squadra nerazzurra potrà trovare in casa propria i nuovi Milito, Ibrahimovic, insomma, i suoi nuovi campioni.