FOCUS – Enorme con le grandi ma con una piccola rosa
di Giorgio Crico.
L’Inter di Andrea Stramaccioni si conferma bipolare anche contro il Napoli: vittoria abbastanza convincente, per quanto di misura, e secondo posto riagganciato. Il report preciso degli scontri diretti della stagione 2012/2013 dice: cinque gare disputate, quattro vittorie, 9 gol segnati e 6 subiti (ma 3 dalla sola Roma, il che porta a desumere che si sono presi solo 3 gol nelle restanti quattro partite).
Quest?anno la Beneamata pare però incapace di dare continuità di risultato contro le medio-piccole, probabilmente perché la rosa non trova in quel tipo di sfide lo stesso gusto e la stessa voglia di vincere che invece esibisce nei match di cartello. L’intelligenza tattica e la grande perizia con cui l’allenatore prepara le partite sono indubitabili, ciò nonostante la compagine nerazzurra non dispone della profondità di panchina dell’era Mancini né della totale abnegazione e anelito verso lo score dell’epoca di Mourinho.
Le ragioni di questa difficoltà sono difficilmente riscontrabili, e una delle spiegazioni più semplici e più scontate è senz?altro l’assenza di validi ricambi, numericamente ma soprattutto qualitativamente. I vari Jonathan, Coutinho, Alvarez e Silvestre non offrono sufficienti garanzie di buone prestazioni nemmeno quando si scende in campo contro le provinciali, sicché Strama è costretto a non far rifiatare gli storici pilastri dell’ensemble, a cui peraltro manca ancora la presenza di Dejan Stankovic.
L’indisponibilità del mediano serbo è in verità una brutta gatta da pelare per lo staff tecnico nerazzurro, in quanto senza Deki si perde uno dei pochi centrocampisti in grado di impostare l’azione ma anche una tigre del middle-field in grado di rubare palloni come pochi. È vero che sta per rientrare Mariga, ma il kenyota, per quanto valido, non è ancora ai livelli di affidabilità del numero 5 e sta per giunta smaltendo le tossine di un infortunio serissimo. Al momento, anche l’assenza di un faticatore come Mudingayi si sta facendo sentire: il belga potrebbe far rifiatare uno tra Guarìn e Cambiasso, se non per partite intere, almeno per alcuni scampoli di match.
Lo stesso problema è presente in attacco: al di là di Milito e Palacio, il Biscione non può pretendere di schierare Livaja e ottenere lo stesso risultato che avrebbe con i due titolari, così come Cassano non resta in campo per 90? con lo stesso vigore da ormai un paio d?anni, in pratica da quando venne messo fuori rosa dalla Sampdoria.
Anche la difesa dispone di soli tre nomi proponibili con continuità e infatti Ranocchia, Juan Jesus e Samuel sono puntualmente in campo, salvo infortuni e squalifiche: la presenza di Cambiasso domenica è stata l’ennesima conferma della sfiducia che Stramaccioni al momento nutre per l’alternativa Silvestre. Discorso da copia incolla su Jonathan; pur di non schierare il brasiliano, il coach interista risposta molto volentieri sulla corsia destra il sempiterno Javier Zanetti.
Tuttavia non servirà solo operare con decisione sul mercato, ma anche saper inculcare nelle menti dei rincalzi d?essere anche loro al centro del progetto: un surplus di motivazione per i panchinari potrebbe portarli a convincersi che anche loro possono contribuire ad una buona annata. Anzi, Stramaccioni dovrà fare del suo meglio per far capire a questi giocatori un po’ insofferenti e un po’sfiduciati, che proprio le loro prestazioni potrebbero far oltrepassare a tutta la squadra il confine tra buona annata e stagione indimenticabile.