FOCUS – Europa League tra titolari e seconde linee…
L’Europa League, un obiettivo spesso scomodo e ingombrante, soprattutto per la le squadre italiane, che, da quando tale competizione ha preso il posto della “gloriosa” Coppa Uefa, di certo non si svenano per arrivare sane e salve nelle fasi finali, e che spesso più che portare in alto il buon nome della tradizione calcistica italiana lo affossano, facendo perdere punti preziosi per il ranking Uefa. Come non ricordare invece i trascorsi, non troppo datati, delle nostre compagini in Coppa Uefa, un trofeo che di certo aveva maggiore appeal e che ha visto alternarsi a grandi livelli, Roma, Parma, Lazio e appunto Inter, con quella finale di Parigi del 1998 contro i biancocelesti, un 3-0 senza appello che ha visto trionfare l’Inter di Ronaldo e dell’intramontabile Zanetti. Una coppa affrontata con grande dedizione e impegno, con le prime linee, con Ronaldo qusi sempre regolarmente in campo, protagonista insieme ai suoi compagni di epiche rimonte nei campi più o meno freddi di tutta Europa, un trionfo che rimane indelebile nell’immagine di tutti i tifosi, quei ragazzi con la casacca “stile militare” a sollevare una coppa in quell’Europa spesso stregata per i colori nerazzurri.
Ed eccoci, invece, a raccontare un’altra storia, anche se ancora solo all’inizio, un diverso approccio dei nerazzurri alla nuova Europa League, raggiunta tra l’altro superando ben due turni preliminari non senza qualche sofferenza, a volte anche ingiustificata. Stramaccioni ha deciso sin da subito di mettere le cose in chiaro, di dare spazio anche alle seconde linee, ma non per una mancanza di rispetto nei confronti di questa competizione bensì per la totale fiducia che ha nei suoi ragazzi, dal più vecchio al più giovane, perchè le seconde linee dell’Inter sulla carta dovrebbero essere più forti delle prime del 90% delle squadre presenti in Europa League.
La partita di ieri racconta di altro, di una squadra sin da subito impaurita e svogliata, sovrastata dal Rubin Kazan, squadra che dopo i nerazzurri è la più titolata a passare il turno, ma anche squadra ottava in classifica nel campionato russo, di alcuni giocatori molto lontani dallo standard delle prime linee, di una mancanza di motivazioni ingiustificabile a questi livelli.
Seconde linee, certo fa effetto pensare che si possa parlare di secondi con gente del calibro di Samuel, poco impiegato ma pur sempre “The Wall”, il difensore che ha letteralmente costruito, da dietro, i recenti successi nerazzurri e che ora stenta a ritrovare la forma migliore, troppi errori, anche banali per l’argentino, troppi svarioni pagati a caro prezzo, l’età farà anche il suo corso ma giocatori di quel livello prima o poi trovano la forza per riprendersi.
Altro protagonista disastroso della serata di ieri è Jonathan, colui che nell’immaginario della società dovrebbe sostituire Maicon sulla fascia destra e che, ad onor del vero, attualmente del colosso brasiliano ha solo la capigliatura (ovvero la pelata), infatti errori come quelli del rigore procurato sono inaccettabili a questi livelli, se poi aggiunti ad una prestazione nel complesso pù ch negativa. Emergenza fascia destra dunque, l’usato sicuro, Capitan Zanetti appare la soluzione migliore con l’alternativa Nagatomo spostato a destra. A centrocampo la serata di ieri ha evidenziato i limiti tecnici di Gargano, tanta corsa ma poca lucidità, d’altronde che all’Inter manchi un costruttore di gioco a centrocampo è cosa ormai assodata, un grosso neo su cui non si è intervenuto nella sessione di mercato.
Passando invece al reparto offensivo, Coutinho ha confermato ancora una volta le enormi potenzialità che la natura gli ha donato, non accompagnate, per il momento, dalla cattiveria sotto porta e dalla concretezza necessaria per fare il salto di qualità, infine Livaja, la vera sorpresa della serata, una buona prova di un ragazzo classe 1993 che ha segnato un bel gol e che è andato vicino alla segnatura altre due volte, può essere la sua competizione e Stramaccioni lo sa.
Dunque è necessario fare una scelta: affrontare l’Europa League con le cosiddette seconde linee privilegiando un campionato che deve vedere protagonista l’Inter o riacquisire sin da subito una mentalità europea cambiando poco e ruotando i giocatori in modo sapiente? La verità come sempre sta nel mezzo e Stramaccioni lo sa, crede veramente, anche di fronte a certe evidenze, che chi gioca di meno sia all’altezza per affrontare la realtà europea e sa benissimo che non si possano affrontare due competizioni sempre con gli stessi giocatori, tuttavia non bisogna fare brutte figure soprattutto quando si parte tra i favoriti per la vittoria della competizione, è pur sempre una vetrina europea che può essere l’occasione giusta per lanciare i giovani e per acquisire nuove certezze, nell’attesa di recuperare la vera dimensione dei nerazzurri: la Champions League