FOCUS- Il “Pocho”, il “Pazzo” e il “Predestinato”
E’ il momento di tirare le somme, di studiare le mosse per la prossima stagione, di riassumere il travaglio di una stagione che faccia da guida per l’Inter che verrà. Moratti sembra aver riacquistato il sorriso dopo la cavalcata trionfale dei suoi sui cugini, scucendo di fatto il tricolore dalle maglie rossonere. Non il massimo per chi ambisce a godere di successi propri ma comunque tanta roba. E ora viene il bello. Eh già, il numero uno nerazzurro ha fatto maturare la sua infatuazione per il giovane “condottiero” fatto in casa Stramaccioni, pregustando per il tecnico romano un percorso in pieno stile “Guardiola” in salsa meneghina. Puntando su di lui, l’Inter dovrà dunque predisporre un organico ben diverso da quello attuale, vuoi per questioni economiche, vuoi per motivi tattici. IL “POCHO”- E’ la stella che Moratti vorrebbe regalare all’ex allenatore della Primavera. Un’idea nata non oggi, come noto il corteggiamento risale all’estate scorsa, un flirt di “Ferragosto” senza seguito, magari a futura memoria, fatto di favori, leggi Pandev in prestito e il lasciapassare per Edu Vargas, che non hanno avuto altro fine che ammorbidire le resistenze di Aurelio De Laurentiis, preoccupato e non poco di vedere l’idolo della curva B con una maglia diversa da quella partenopea specie in Italia. Per Strama sarebbe davvero tanta roba, considerando la fatica che ha fatto per rilanciare Maurito Zarate nell’ultima fetta di stagione, giocatore per caratteristiche paragonabile a Lavezzi, che non sembra però aver risposto secondo le attese. Un Lavezzi in più significherebbe ridare linfa ad una fase offensiva piuttosto deludente, non solo per quanto raccontato dalle fredde statistiche, quanto per la difficoltà di creare situazioni pericolose su azioni manovrate e contro squadre chiuse a riccio. Aprire i varchi per un terminale offensivo del calibro di Milito sarebbe oro colato, ma….tutto ha un prezzo. IL “PAZZO“- Quel sacrificio di cui sopra sembrerebbe rispondere al nome di Giampaolo Pazzini, l’attaccante che secondo il credo del tecnico romano è incompatibile con il “Principe”. E allora fai due più due e nasce la suggestione di uno scambio con Lavezzi condito da Pandev e un pacco di milioni nelle casse del Napoli. Il “Pazzo” non ha garantito un rendimento brillante in stagione, prima con Ranieri che lo impiegava insieme a Milito in modo da limitare il raggio d’azione di entrambi e successivamente da Stramaccioni che lo vedeva ragionevolmente in alternativa proprio all’argentino. Giampaolo nel limbo nerazzurro non sta bene, non è uomo da ultima mezz’ora, è bomber di razza, specie se viene servito con palloni alti dalle fasce, una scena che stona un pò con la sceneggiatura di Strama, fatta di palla a terra e verticalizzazioni improvvise. L’addio a Pazzini sarebbe coerente col nuovo corso nerazzurro, tutta da decifrare sarebbe la sua compatibilità con Cavani. Ma questi sono problemi di Mazzarri… IL PREDESTINATO– Andrea Ranocchia sembra essere stato oggetto del famigerato incontro negli uffici della Saras tra i due presidenti. E’ un classe ’88, spesso accostato dagli addetti ai lavori a difensori di calibro internazionale per via della sua tecnica sopraffina per chi di mestiere deve distruggere il gioco, uno insomma a cui affidarsi per far ripartire l’azione senza ricorrere a lanci alla cieca in avanti. Il buon Andrea sembra essersi smarrito più di altri nella tormentata stagione nerazzurra, sensibile più di altri alla pressione mediatica e non sulla squadra nerazzurra. Pensare di cedere un potenziale campione, in un ruolo peraltro coperto da over 30, non sembra una scelta lungimirante. Altri prima di lui sono stati frettolosamente dichiarati poco idonei alla causa nerazzurra, salvo poi ritornare su quelle decisioni sborsando anche cifre spropositate per rimediare all’errore. Ranocchia è un investimento per il futuro, in nome di quel “largo ai giovani” che sembra essere lo slogan preferito in società. Lavezzi all’Inter? Ovviamente si…ma con giudizio.