FOCUS – Il trequartista è una questione di principio?
di Giorgio Crico.
Era ancora luglio, un luglio afoso e non troppo rinfrescato da un calciomercato ancora un po’ asfittico e decisamente poco valutabile. Campagnaro era già arrivato, così come Icardi, Andreolli e persino Belfodil, mancavano ancora Taider e Rolando. Prima che l’attuale numero 21 venisse tesserato dal Bologna, infatti, teneva banco la questione mediano: Nainggolan sì, Nainggolan no? Molto spesso, nei salotti televisivi di dibattito pedatorio così come nei bar, si diceva che un centrocampista serviva, così che “Mateo possa giocare da trequartista e non essere costretto là dietro“.
Com’è, come non è, l’idea di un Kovacic in stile Sneijder prese piede ma, come tutte le mode, passò in fretta. E’ bastato un acciacco di metà agosto che non ha permesso al giovane croato di iniziare la stagione da titolare costringendo WM a lanciare sulla trequarti Ricky Alvarez. Risultato: l’argentino rinasce meglio dell’araba fenice ed ecco che il giovane Mateo viene reindirizzato proprio nel ruolo di mezz’ala, aspettando con calma che si rimetta completamente dai problemi fisici.
Mazzarri però ha due problemi. Il primo: gli manca un mancino da far muovere come mezz’ala sinistra. Cambiasso serve per fare il frangiflutti davanti alla difesa e non ha più polmoni per andare avanti e indietro come il moto perpetuo che era, Taider, Guarin e appunto Kovacic sono tutti destri, ergo là sulla sinistra si devono adattare. E qui entra in gioco il secondo problema: l’imberbe numero 10 nerazzurro è abilissimo nell’assist e nel dribbling, vuoi vedere che se ne può fare un Hamsik in miniatura come dicono in così tanti e come, pare, giocasse in Croazia?
A quel punto ecco la soluzione: adesso che la squadra s’è più o meno assestata sugli automatismi che il Mago Walter ha cercato di scolpire nelle menti di tutti i giocatori in rosa, il mister può provare ad arretrare Alvarez in mediana e spostare avanti Kovacic, sperando nel jackpot assoluto e in una mossa tattica che spiazzi anche gli avversari che, non fanno in tempo a prendere le misure a Ricky Maravilla che subito il mister del Biscione gli cambia le carte in tavola.
Esperimento in rampa di lancio contro il Torino: pronti, via e Handanovic espulso dopo 6′. Mateo richiamato in panchina per lasciare spazio a Carrizo. Niente da fare. Capitolo secondo, Verona: il numero 10 c’è ma non brilla, a prendersi le luci della ribalta un Guarin deus ex machina del rocambolesco successo nerazzurro e, nel secondo tempo, ecco comunque l’inversione di ruoli col più ispirato Alvarez. Tera puntata ieri sera con l’Atalanta: tra un terreno che lo penalizza atrocemente dato l’altissimo livello di viscidume e una difesa bergamasca dove c’è pochissima distanza tra le linee dove dovrebbe muoversi, il croato è letteralmente ingabbiato e, alla fine, esce spaesato dopo 90′ passati a combattere per avere i due metri necessari a esprimersi, perdere palloni facili scivolando o sbagliando la giocata e tantissimi passaggi in orizzontale o all’indietro. Bocciatura.
Al momento la situazione non è semplice, Mateo rischia di non diventare né carne né pesce: troppo poco fisico per giocare dietro, davanti alla difesa, e troppo poca visione di porta per giocare sulla trequarti; l’unica salvezza pare il ritorno a fare la mezz’ala con compiti registici. Inoltre sembra che il croato non tiri mai, al punto che non si sa nemmeno se le conclusioni ci siano o meno nel suo comunque eccellente bagaglio tecnico. Un regista in squadra non è cosa che Mazzarri disprezzi ma tradizionalmente non è un punto focale del suo gioco perché in mediana il tecnico labronico preferisce i combattenti.
Oltre tutto, come ha ricordato anche ieri l’allenatore nerazzurro, se ci fosse Milito il problema trequartista non si porrebbe nemmeno, visto che l’Inter giocherebbe a due punte. E allora non si può che ripensare al grido che da queste stesse colonne era stato fatto echeggiare nel mondo nerazzurro: “Vi prego, salvate il soldato Kovacic!“.