FOCUS – Per un pugno di dollari
Focus Inter- Per un pugno di dollari: quando spendere poco e bene diventa una priorità…
” Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto“. Così parlava il baffuto Ramòn Rojo, personaggio del celebre film western Per un pugno di dollari.
Il mercato nerazzurro sembra perennemente intrecciato a squadre col fucile, nei confronti delle quali, nel saloon del mercato, i nerazzurri armati di revolver con colpi a disposizione, non possono più competere.
L’emblematico caso Lucas Moura di qualche anno fa dipinge esattamente lo scenario prospettato sopra: Marco Branca vola più e più volte in Brasile, conquista il ragazzo, convince la famiglia e trova l’accordo col San Paolo, ma quando tutto sembrava fatto, un blitz milionario del ricchissimo PSG di Leonardo soffia il talentuoso brasiliano ai nerazzurri. Il fucile batte la pistola, poco importa se sei lo sceriffo più veloce del West.
In tempi di arsenali inesistenti è necessario fare di necessità virtù e provare ad ovviare all’assenza di fondi cospicui, provando appunto a fare mercato, tornando al cinema ed alla citazione precedente, con un pugno di dollari.
D’altronde il mercato degli ultimi due anni ci insegna che non sempre i profili giusti sono quelli più costosi: la Fiorentina nell’estate del 2012 si assicura Borja Valero, metronomo retrocesso con il Villareal e portato sotto la Fiesole da Pradè per la modesta cifra di 7 milioni di euro, praticamente quasi la metà della cifra pagata dall’Inter per il cartellino di Alvaro Pereira nella stessa sessione di calciomercato.
Un anno dopo l’ambizioso Napoli dell’ex tecnico nerazzurro Rafa Benitez punta, senza fare troppo rumore, sul belga Mertens , giocatore con caratteristiche utili al reparto avanzato di ogni squadra, protagonista mondiale con il sorprendente Belgio, spendendo circa 9 milioni di euro. Sarà un acquisto azzeccato. l’Inter nella stessa sessione e nella stessa zona di campo, acquista Belfodil ed Icardi, e se il secondo può tranquillamente essere considerato un colpo riuscito, il primo va di diritto nella lista dei più grandi flop nerazzurri della stagione 2013-2014, timbrando una sola volta il cartellino nella sfida di Coppa Italia tra Inter e Trapani.
Due esempi, due salti indietro nel tempo, per spiegare che non è la cifra a garantire il rendimento. Nessuna croce addosso alla dirigenza nerazzurra, e nessuna invidia per le scelte manageriali altrui, anzi. Fare mercato dopo un cambio di proprietà non è facile per nessuno, dopo due stagioni negative è ancor più difficile.
Arriviamo con un cauto ottimismo alla stagione 2014-2015, tutta da scrivere, tutta da immaginare, nonostante le poche certezze ed i tanti dubbi. Comprare il giusto nei ruoli chiave, orfani di senatori ormai divenuti storia,alzare il livello generale di una rosa incompleta e spendere poco: quasi una mission impossible.
Riuscirà Ausilio nell’ardua impresa? Spendere bene, spendere meglio: no alle figurine si agli investimenti mirati, in un momento economicamente difficile, bisogna sbagliare meno colpi possibili.
Augurando il meglio al nostro talentuoso direttore sportivo, chiudiamo con un’altra citazione cinematografica, ancora una volta proveniente da una pietra miliare del cinema western, pronunciata da Clint Eastwood nel film Il buono, il brutto e il cattivo: “Il mondo si divide in sue categorie : quelli con la pistola carica, e quelli che scavano“. Usiamo bene i colpi in canna, l’Inter non può più permettersi di scavare.