FOCUS – Hernanes, da oggetto di involuzione a uomo squadra: perchè un Profeta sa sempre come comportarsi
FOCUS – Hernanes si riprende l’Inter: storia della rinascita
Il Profeta Hernanes fu il primo vero colpo di Thohir, dopo l’ingaggio anticipato di D’Ambrosio, già precedentemente bloccato perchè in scadenza di contratto. La cifra investita dall’allora neo-patron interista non fu di quelle indifferenti, specie per i tempi che correvano – e tuttora corrono – nel calcio italiano. Tra i vari bonus legati al raggiungimento di particolari obiettivi, il centrocampista brasiliano venne a costare circa venti milioni di euro. E quasi nessuno ebbe da ridire, in quanto il giocatore della Lazio era nettamente l’uomo in più della rosa dei biancocelesti, capace di garantire ogni anno una cifra tra i dieci e i quindici gol e assist sommati. Inoltre, la sua versatilità, che gli permette di variare la propria posizione dal ruolo di volante in mezzo al campo a quello di trequartista, lo impreziosisce ulteriormente, ponendosi a giustifica di un prezzo abbastanza elevato, per un ventinovenne.
Le prime apparizioni di Hernanes fecero più che ben sperare. Padrone dei calci piazzati – da cui riuscì a confezionare qualche assist, tra cui quello per Samuel nella sua partita d’esordio contro il Sassuolo – il Profeta sembrò a tutti l’acquisto azzeccato e si ritagliò il proprio ruolo all’interno della metacampo nerazzurra, disputando quasi tutte le gare dal primo minuto e, spesso, completandole. Nel giorno dell’Inter-Lazio dello scorso campionato, che – casualità – cadeva proprio il 10 maggio, come Lazio-Inter quest’anno, segnò anche una bella rete alla propria ex squadra, come a confermare definitivamente e simbolicamente l’importanza del suo acquisto.
La stagione 2014/2015 inizia tardi per il Profeta, poichè è impegnato fino ai primi di luglio nel Mondiale casalingo, appuntamento importantissimo per i verdeoro, in cui subisce insieme ai suoi compagni una delle più grandi umiliazioni del calcio recente: l’1-7 da parte della Germania schiacciasassi di Joachim Loew. Dopo una legittima vacanza, Hernanes si aggrega ai compagni dopo il ritiro di Pinzolo, trovando nuovi compagni di ruolo, come Gary Medel, Yann M’Vila e il rientrante Khrin. Il reparto si infoltisce ulteriormente, potendo annoverare i già presenti Kovacic, Guarin, Kuzmanovic e Obi. Partendo nelle idee di Mazzarri come titolare, inizia a perdere qualche posizione nelle gerarchie, complici qualche prestazione sottotono e una difficoltà nel trovare la miglior condizione fisica, che lo fanno sembrare involuto, lento e impacciato.
I buoni momenti di Kuzmanovic e di Guarin, oltre agli imprevisti di cui sopra, relegano Hernanes a un ruolo di secondo piano, accentuato dagli arrivi di Brozovic a centrocampo e Shaqiri e Podolski per la trequarti e la fase offensiva in generale. Questo insieme di cause gli permette di raccogliere comunque 19 presenze nelle prime 30 gare, ma in più della metà delle volte partendo dalla panchina. È proprio in una di queste situazioni che si inizia a rivedere il vero Profeta.
L’8 marzo si gioca Napoli-Inter e, dopo un primo tempo equilibrato ma senza reti, la situazione si complica drasticamente per via dei gol di Hamsik ed Higuain. Al 63′ è 2-0 per i padroni di casa. Subito dopo il secondo gol dei partenopei, Hernanes rileva un Brozovic non in grande serata, ma soprattutto giocatore meno offensivo rispetto al brasiliano. La scossa data dal Profeta si fa sentire, con l’Inter che si riversa nella metacampo del Napoli per riaprire la partita. Dopo una discesa sulla fascia da parte di Santon, arriva il 2-1 di Palacio, che risolve una situazione di mischia in area. A 3 minuti dalla fine, ancora sul risultato di 2-1, Hernanes fa partire un’azione da cui scaturisce il fallo di Henrique ai danni di Icardi, che trasforma il penalty con un freddissimo cucchiaio. Da 0-2 a 2-2, la rimonta è servita; sebbene non direttamente presente sul tabellino, il Profeta ha contribuito eccome a raddrizzare quella serata, tanto che verrà poi impiegato in entrambe le sfide contro il Wolfsburg, mentre riposerà nelle partite di campionato contro Cesena, Sampdoria e Parma, subentrando negli ultimi cinque minuti della terza gara.
La sua riproposizione da titolare arriva a Verona, contro l’Hellas, partita in cui agisce da trequartista al posto di Shaqiri, contribuendo alla vittoria per 3-0 e facendo vedere ottimi miglioramenti rispetto al suo alter ego di inizio stagione. Da qui in poi, forse perchè squadra che vince non si cambia, il brasiliano è diventato un titolare dell’Inter di Mancini, che probabilmente vuole farlo giocare il più possibile per capire quanto potrà essere importante nell’organico in via di definizione per l’anno prossimo. Con una buona media di 75-80% di passaggi completati in una zona nevralgica del campo, condita da prestazioni importanti come quella di Inter-Roma in cui ha sbloccato il risultato, il giocatore verdeoro sta dimostrando di meritarsi altre occasioni da parte del tecnico. Le sfide in arrivo, a partire dall’incrocio con il passato in casa Lazio, diranno di più. Ma un vero Profeta sa sempre come comportarsi nel futuro prossimo, e siamo certi che continuerà sulla buona scia intrapresa.
Matteo Rasile Follow @teo_ras
Le statistiche individuali del giocatore sono state ottenute da transfermarkt.com e squawka.com