12 Settembre 2013

FOCUS – Inter vs Juve: cinque motivi per non crederci

Oltre cento anni di storia non sono sufficienti ad annoiare chi vive di calcio e chi anche di notte sogna i colori della propria squadra del cuore: così, per milioni di tifosi, Inter e Juventus si accingono a tingere di emozioni un anonimo pomeriggio settembrino. Lo fanno per la volta numero 111 a San Siro e siamo sicuri che l’attesa sarà spasmodica come in tutte le altre occasioni, se non anche maggiore; perché, sebbene si tratti solo della terza giornata di campionato, quando l’azzurro e il bianco si incrociano, col nero, a far da paciere è difficile che i livelli di adrenalina rimangano invariati. E allora eccoci pronti da più giorni a fare pronostici, individuare possibili sorprese, immaginare le dinamiche del match, o addirittura quale potrebbe essere il torto o il favore arbitrale ricevuto. Inter-Juventus è tutto questo e anche molto di più, ma solo il campo potrà porre il punto (ci auguriamo che sia esclamativo per i nerazzurri) a questi pensieri.

Nel focus di ieri abbiamo provato ad esaminare i cinque motivi per cui il tifoso interista dovrebbe credere nella vittoria: ne è venuto fuori un interessante discorso sulla compattezza del gruppo di Mazzarri, soprattutto a livello tattico. Il tecnico, anche se siamo solo a metà settembre, pare sia riuscito già a innestare nei giocatori il suo marchio di fabbrica, fatto di concretezza e di velocità di pensiero. Nella speranza che tutto ciò possa trovare conferma nei 90 minuti di sabato pomeriggio, oggi proveremo a individuare invece i cinque motivi per cui sarebbe meglio non essere troppo ottimisti.

1) LA JUVE IN CAMPIONATO E’ UNA CORAZZATA – Se è vero che nella partita secca può sempre succedere di tutto, dobbiamo ammettere che la squadra di Conte arriva a questo match sicuramente con qualche carta in più da giocarsi. Alzi la mano, infatti, chi pensa chi in Italia ci sia una compagine capace di tenere meglio dei bianconeri su un lungo percorso fatto di trentotto ostacoli: questo perché la Juventus può contare su una panchina più lunga e di maggior esperienza rispetto a quella nerazzurra. Per intenderci: sabato pomeriggio Mirko Vucinic non dovrebbe scendere in campo per una botta presa con la sua Nazionale, ma a sostituirlo sarà uno tra Quagliarella, Llorente e Giovinco, ovvero tutti giocatori di primo ordine in quanto non solo a qualità ma anche a esperienza.

2) K.O. NELL’UNO CONTRO UNO – Asamoah contro Jonathan, Pogba contro Kovacic, Barzagli (o Chiellini)  contro Alvarez: sono i duelli che, visti la specularità dei moduli delle due squadre, potrebbero decidere il match. Se i tre nerazzurri citati hanno già dimostrato di avere una nuova e buona verve rispetto alla scorsa stagione, si può dire che questa potrebbe non bastare contro i colossi juventini chiamati in causa: nell’uno contro uno la Juventus è fisicamente più forte dei nerazzurri. E qui entra in gioco il solito discorso da tifoso medio ma estremamente realista: troppo facile fare i leoni con i terzini del Cittadella, del Genoa e finanche del Catania spento di due domeniche fa; i grandi giocatori si vedono nelle partite che contano, e finora l’Inter di Mazzarri non ne ha giocate.

3) TROPPA PRESSIONE = GAMBE MOLLI – Il rischio di affrontare un top team come la Juventus già alla terza giornata (e a pari punti in classifica) è di vivere i giorni precedenti al match in un’attesa esasperata. E data la giovane età e la poca esperienza di alcuni giocatori nerazzurri, questo potrebbe essere un punto a sfavore. Quando si va incontro ad un evento, di qualsiasi tipo esso sia, è assolutamente necessario trasformare la tensione in energia positiva, ma se si è scarsamente maturi ciò diventa difficilissimo, e la tensione diventa del tutto negativa. Ecco perché chi finora non ha mai brillato nelle grandi occasioni desta molta preoccupazione in vista della partitissima di dopodomani; la Juventus, invece, ha in organico giocatori che hanno disputato finali di Champions League, di Mondiali, di Europei, di Coppa America o di Coppa d’Africa e siamo sicuri che sentiranno meno la pressione rispetto a chi magari è alla sua prima esperienza in una grande squadra.

4) POCO TEMPO PER PREPARARE IL MATCH – Nell’ultima settimana Inter e Juventus hanno donato alle Nazionali gran parte dei loro giocatori: Mazzarri e Conte hanno potuto riavere in gruppo solo ieri i vari Handanovic, Kovacic, Belfodil, Olsen, Ranocchia, Palacio, Guarin, Nagatomo, Pereira, Campagnaro, Barzagli, Pirlo, Bonucci, Buffon, Ogbonna, Asamoah, Lichtsteiner, Vucinic, Pogba, Isla e Vidal. Ma se gli juventini giocano insieme da più tempo e lavorano da ben tre stagioni con lo stesso mister, gli interisti non hanno questa fortuna. Ne consegue che, se il disagio di aver preparato la partita in poco tempo riguarda entrambe le compagini, di sicuro per l’Inter questo potrebbe avere conseguenza più amare. Mazzarri ha finora svolto un ottimo lavoro anche a livello tattico, ma per ottenere il massimo nel weekend è assolutamente necessario allenarsi al meglio durante la settimana: per un gruppo che si allena da poco agli ordini di un nuovo mister lavorare in maniera frammentaria non fa bene.

5) 3-5-1-1 CASALINGO: CROCE O DELIZIA? – Dopo il match col Genoa qualcuno aveva criticato, a ragione, la scelta iniziale di Mazzarri di schierare un 3-5-1-1 con il solo Palacio davanti, sostenuto da Alvarez. In effetti con gli ingressi di Kovacic e Icardi la musica cambiò in un batter di ciglia: ecco perché potrebbe essere un rischio cominciare la partita con lo stesso schieramento tattico contro una squadra fisica, veloce e pronta a castigare a ogni azione (a differenza della squadra un po’ leggera allenata da Liverani). Mettere in campo due punte non significa solo avere un uomo in più in fase offensiva, ma soprattutto poter portare del pressing alto all’inizio di quella difensiva. A tal proposito riemerge il ricordo del 3-4-3 fin troppo spregiudicato con cui Stramaccioni ingabbiò Pirlo e l’alba di ogni manovra degli avversari allo Juventus Stadium: a osare sempre si rischia di sbagliare troppo spesso, ma qualche volta può servire.