FOCUS – Benvenuti nella tana dei lupi: conosciamo meglio il Wolfsburg, prossima eurorivale nerazzurra
Ed anche questa volta l’urna di Nyon ha pronunciato l’inappellabile sentenza: sarà Inter – Wolfsburg, con buona pace di chi ne avrebbe fatto volentieri a meno. Si è discusso tanto nella giornata di ieri, soprattutto sui social network ( tra una disquisizione cromatica e l’altra ), della squadra teutonica vestita di verde, ai più nota per il legame con il noto marchio automobilistico Volkswagen che per il vero e proprio potenziale sportivo di quella che oggi è seconda forza del campionato tedesco. Si, seconda forza: se il gap con il Bayern pigliatutto di Pep Gardiola rimane ancora incolmabile, altrettanto impareggiabile pare quello tra i lupi e le inseguitrici. Sono ben dieci infatti i punti che separano i nostri futuri avversari dal Borussia Mönchengladbach , terza forza di una Bundesliga sempre più ricca e sempre più al passo con l’elite del panorama internazionale.
Meno schiacciasassi risulta invece il cammino in Europa League, dove gli uomini di Hecking , seconda forza del Gruppo H dietro l’Everton, passano agli ottavi di finale grazie al 2-0 rifilato tra le mura amiche ai portoghesi dello Sporting Lisbona, incappati poi in un mortifero 0-0 nella gara di ritorno. Passate agli archivi le presentazioni di rito conosciamo meglio i tedeschi, analizzando pregi, difetti, caratteristiche e curiosità di ogni singolo reparto dei lupi:
PORTA – In casa Wolfsburg risultano ben distinte le gerarchie per il ruolo di estremo difensore: a guidare la difesa sarà infatti il capitano Diego Benaglio, portiere svizzero trentaduenne, alla settima stagione in maglia verde. Portiere di assoluta affidabilità e dalla grande prestanza fisica, ha difeso la porta della rivelazione mondiale rossocrociata cadendo soltanto sotto i colpi di una tanto fortunata quanto audace Argentina. Dotato di un grande senso della posizione e di una buona reattività, avrà il compito di placare le iniziative del compagno di nazionale Xherdan Shaqiri, già ex rivale ai tempi del Bayern Monaco. Dietro allo svizzero troviamo invece il classe ’87 Max Grun, portiere tedesco scuola Bayern arrivato al Wolfsburg via Greuther Furth ed il giovane Patrick Drewes, prodotto del vivaio locale.
DIFESA – Il 4-2-3-1 moderno e collaudato di Hecking impone ai lupi un quartetto veloce sugli esterni ed imponente e fisico nella zona centrale, che rimane però in proporzione l’anello più debole dell’intera formazione. Se sulle fasce infatti, il forte terzino sinistro Ricardo Rodriguez ( in passato monitorato anche dall’Inter ) ed il promettentissimo dirimpettaio Sebastian Jung garantiscono spinta, copertura e valanghe di cross per il centravanti Bas Dost, gli ingranaggi teutonici sembrano invece dare meno certezze nella zona centrale, con il duo Naldo – Knoche non sempre totalmente perfetto nelle recenti uscite in terra tedesca e non. Curiosissima la situazione dell’esperto difensore brasiliano, che pare più a proprio agio in fase realizzativa ( QUI in un supergol dalla grande distanza ) che in quella difensiva ( QUI il clamoroso errore contro il Bayern Monaco ). Diverse invece le caratteristiche di Robert Knoche, ambidestro e bravo nel gioco aereo, non ancora maturo ma di buona prospettiva, tanto da essere già finito nel giro degli osservati speciali di Joachim Löw. Situazione riserve: al centro potrebbe trovare spazio, anche a gara in corso, il centrale svizzero scuola Basilea Timm Klose, mentre sugli esterni scalpitano Marcel Schafer (mancino classe ’84) e Christian Trasch , senza però dimenticare il jolly portoghese Vieirinha, utilizzato da Hecking sia come terzino che come esterno offensivo di destra grazie all’ottimo passo ed alla capacità di interpretare entrambe le fasi nonostante la naturale predisposizione per la posizione più avanzata.
CENTROCAMPO – Fondamentale risulta per l’efficienza degli schemi del tecnico tedesco il ruolo dei due centrocampisti, capaci tanto di garantire filtro al poker di difesa quanto di innescare i movimenti dei Fantastici quattro in avanti. Il delicato ruolo spetta al duo Luiz Gustavo – Arnold, con il tedesco a volte protagonista di una staffetta con il francese Guilavogui (nonostante le caratteristiche differenti, essendo l’ex Saint-Etienne molto più mediano di Arnold ). Diverse e complementari le caratteristiche dei due titolari, con il dinamismo e l’intensità del brasiliano tanto gradito a Walter Mazzarri ma valutato uno sproposito dalla società tedesca ( Ricordi? Leggi QUI ) che trova un’ottima spalla nelle geometrie e nel giro palla del classe ’94 tedesco. Un centrocampo completo, equilibrato e fisico, spesso messo in secondo piano dal talento degli uomini collocati qualche metro in avanti, ma che merita assoluto rispetto ed attenzione.
ATTACCO – Ed eccoci finalmente dinanzi ad uno dei reparti meglio assortiti dell’intero panorama europeo. Stiamo forse esagerando? Leggendo i numeri, che non mentono praticamente mai, pare proprio di no. 48 gol fatti, tre in meno della capolista del nostro campionato, 4 in più del Manchester United dall’attacco da centinaia di milioni di euro. Vero, 15 in meno della capolista Bayern, ma lì siamo su un altro pianeta. Il poker d’assi di Hecking, al massimo del proprio potenziale potrebbe prevedere il trio Perisic – Schurrle – De Bruyne dietro la punta Dost, ma spesso a fare compagnia al belga ed al neo-acquisto campione del mondo in carica è il portoghese Vieirinha di cui abbiamo già parlato sopra. Altro uomo utile sulla trequarti ( più destra che sinistra ad essere precisi ) può essere Daniel Caligiuri, calabrese d’origine ma nato e cresciuto in Germania, dove si è imposto tra le fila prima del Friburgo e dei lupi poi, rivelandosi arma utilissima anche a gara in corso. Ma torniamo al potenziale trio titolare: senza troppi giri di parole l’uomo chiave dell’intero scacchiere verde è senza dubbio Kevin De Bruyne, fantasista belga ex Chelsea, autore già di 11 gol e 16 assist stagionali. Capace di giocare tra le linee, riesce con disarmante costanza ad imbeccare le proposizioni dei due compagni di linea e del centravanti Dost, riuscendo a sviluppare la manovra sia in senso orizzontale che in senso verticale. Emblematico risulta il match di poche settimane fa contro la capolista bavarese, strapazzata per 4-1 grazie anche ad una prestazione super del ragazzo ( QUI le azioni salienti riguardanti il giocatore, prestate particolare attenzione alla capacita dì sviluppo e conclusione della manovra di cui sopra: al minuto 1:47 senso orizzontale da assistman, a quello 2:36 in senso verticale, arrivando addirittura in questo caso ad essere lui stesso il finalizzatore ). Capitolo Schurrle: il giocatore è appena arrivato al Wolfsburg, ragion per cui alcuni movimenti risultano ancora da affinare. Il potenziale del nazionale tedesco rimane comunque indiscutibile e la grande duttilità di cui gode può portarlo a diventare in poco tempo uno degli ingranaggi chiave del superattcco di Hecking. Completiamo la linea dei trequartisti con il croato Ivan Perisic, esterno di piede destro dirottato sulla sinistra, osservato nella scorsa sessione di mercato da Inter e Napoli. Dotato di grande corsa e di una magistrale interpretazione del ruolo di esterno, non dovrebbe essere tra gli undici in campo contro l’Inter a causa di un problema agli adduttori. Chiudiamo il quartetto tutto pepe con il centravanti Bas Dost, classico puntero olandese, trasformatosi nel giro di qualche mese da brutto anatroccolo a cigno. 11 gol in 11 gare di Bundesliga, una ogni 66 minuti, una media di tutto rispetto, che sommata ai due gol in Europa League ed alla rete in Coppa Nazionale porta il bottino dell’ex Heerenveen a ben 14 reti in 18 apparizioni totali. Fortissimo nel colpo di testa e dotato dei classici movimenti da centravanti potente e dalle lunghe leve, raggiunge l’apice della propria forma nell’incontro di due settimane fà contro il Bayer Leverkusen, rifilando ben 4 gol alle Aspirine ( QUI gli highlights del match ). Il ruolo di vice Dost spetta invece al danese Bendtner, attaccante di 194 centimetri ex Juventus ed Arsenal, giunto un po’ a sorpresa nella Bassa Sassonia e relegato al ruolo di vero e proprio attaccante di scorta, che gli ha comunque dato la possibilità di mettere a segno tre reti totali ( QUI la doppietta al Krasnodar nel match di Europa League ).
L’ALLENATORE – Redini del Wolfsburg sono affidate all’allenatore tedesco Dieter Hecking. Ex calciatore con un passato alla guida del Norimberga, prende il timone dei lupi nell’estate del 2012, imponendo il proprio 4-2-3-1 abbandonato soltanto in pochissime occasioni. Predilige un calcio moderno e dinamico, che presuppone un grande lavoro sia sulle corsie esterne che su quella centrale, capace quindi di regalare alla propria squadra più di una soluzione tattica per mettere in difficoltà le compagini avversarie.
LO STADIO – Breve cenno sullo stadio del Wolfsburg, la Volkswagen Arena, stadio da 30.000 posti riempito praticamente sempre per intero da parte degli affezionati tifosi locali. Curiosissimo l’ingresso in campo dei padroni di casa, a volte accompagnato da una musica cupa risonante negli altoparlanti e da alcuni ululati che richiamano proprio il simbolo della squadra vestita di verde.
Concludiamo il nostro approfondimento con una riflessione finale su quello che sarà senza dubbio uno degli ottavi di finale più interessante di tutta la competizione: poteva andare decisamente meglio, e questo non può assolutamente essere messo in discussione. Il processo di crescita nerazzurro deve però necessariamente transitare da gare come questa, provando a crescere soprattutto sotto l’aspetto mentale, componente chiave in una competizione lunga e composta da partite “secche”, capaci di regalare gioie o trappole in qualunque fase. La caccia al lupo è appena iniziata, resta solo da aspettare e capire chi sarà cacciatore e chi preda, forza ragazzi!
di Giuseppe Chiaramonte