FOCUS – La pausa che pesa
L’entusiasmo per un giocattolo trasformato e reso lucente, l’esaltazione per qualcosa che non sembrava possibile fino ad inizio campionato, la mente che comincia a viaggiare e a sognare, una piccola delusione per un mercato che non ha regalato botti finali. Li abbiamo lasciati così, i tifosi nerazzurri, con negli occhi le due belle vittorie contro Genoa e Catania, non solo sei punti ma anche tante indicazioni positive, al di là di ogni più rosea aspettativa, con giocatori trasformati e addirittura “restaurati” da Mago Mazzarri, che a suon di martello e scalpello ha reso una struttura cadente e sbiadita, una splendida armonia corale, rinvigorendo colori che sembravano ormai essere stati perduti per sempre. Nel calcio si fa in genere presto a marchiare con giudizi affrettati un giocatore ma, ad onor del vero, il buon Jonathan e l’altrettanto buon Alvarez, avevano in questi anni fatto di tutto per aizzare i tifosi, con giocate scellerate e spesso inspiegabili, due giocatori fischiatissimi a prescindere da un pubblico spesso impaziente, gli stessi due che ora risultano essere tra i più applauditi. Questione di testa, che vale tanto quanto i piedi per chi, fino ad ora, era rimasto bloccato e traumatizzato da un impatto shock con San Siro, per chi aveva paura anche di prendere un’iniziativa per timore di sbagliare ed essere di conseguenza preso ancora più di mira dalla gente, tutta questione di fiducia e di responsabilità.
Walter Mazzarri è entrato subito nella dimensione Inter e come prima cosa, capendo che le vie del mercato sarebbero state poche e corte, ha lavorato sulla rivitalizzazione del patrimonio a disposizione, ha plasmato i suoi giocatori con le sue idee di calcio e ha investito di grosse responsabilità anche gente che fino all’anno scorso era abituata a stare in disparte o a giocare timidamente. Ha consegnato le chiavi della fantasia a Ricky Alvarez che ha risposto da subito presente con grande impegno e applicazione, ha lanciato le sue ali Jonathan e Nagatomo e ha rinsaldato una difesa allo sbando.
La mente può fare grandi cose e Mazzarri lo ha capito, cercando di sollecitare quelle molle di orgoglio ormai sopite, “siete l’Inter e non siete inferiori a nessuno”, deve aver detto il tecnico e l’Inter ha risposto da squadra, con una coralità che non si vedeva da tempo. Il tifoso è così passato ad una fase di esaltazione per qualcosa di francamente inaspettato e ha messo in moto quei viaggi della mente che portano verso sogni che apparivano remoti, la speranza di arrivare più in alto possibile ma senza fare nomi di trofei o di tituli per dire alla Mou, troppo in basso nelle ultime stagioni per potersi lasciare andare subito a facili entusiasmi.
Il nerazzurro ha anche vissuto una piccola parentesi di delusione con la fine del mercato, non avendo avuto quegli ultimi rinforzi che avrebbero potuto permettere un salto di qualità ulteriore. Logica del fair play finanziario e mancanza di occasioni, due concetti giusti ma non facilmente digeribili dal tifoso che vuole il massimo per la propria squadra. Il tifoso ha visto il calendario regalare un Inter-Juventus alla terza giornata, un big match nel proprio stadio, teatro di straordinari successi, prova fondamentale per testare la maturità di una macchina ancora in fase di revisione, per valutare le prestazioni di alcuni giocatori che finora hanno stupito, avrebbe voluto che questo si disputasse immediatamente, anche il giorno dopo, e invece si trova ad aspettare ben due settimane per la pausa della Nazionale.
Si dice che le pause per la Nazionale siano utili per l’allenatore che può così lavorare con più calma, ma i giocatori che rimangono sono pochi e quelli che vanno sono sempre a rischio infortunio, inoltre forse il tifoso nerazzurro avrebbe voluto percorrere la scia dell’esaltazione propria e della squadra per cercare di ottenere un risultato positivo, dovrà invece, ahinoi, aspettare ancora un pò e cercare di ingannare il tempo.
Per noi tifosi è dunque, decisamente, una pausa che pesa